Analisi Le colline hanno gli occhi

In Analisi film, Cinema, Tomàs Avila by Tomas AvilaLeave a Comment

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Si segnala ai lettori che nel seguente articolo saranno presenti spoiler, al fine di analizzare al meglio il film.

 

Regia: Alexandre Aja.
Soggetto: Wes Craven.
Sceneggiatura: Alexandre Aja, Gregory Levasseur.
Musiche: Tomandandy.
Direttore della fotografia: Maxime Alexandre.
Produttore: Wes Craven, Peter Locke, Marianne Maddalena, Frank Hildebrand.
Montaggio: Baxter.
Anno: 2006.
Durata: 107’.
Paese: USA.
Interpreti e personaggi: Aaron Stanford (Doug Bukowski), Emile de Ravin (Brenda Carter), Dan Byrd (Bobby Carter), Ted Levine (Big Bob Carter), Kathleen Quinlan (Ethel Carter), Vinessa Shaw (Lynn Carter Bukowski), Tom Bower (benzinaio), Robert Joy (Lizard), Laura Ortiz (Ruby), Billy Drago (Papa Jupiter), Michael Bailey Smith (Pluto).

 

Indice:
Alex Aja I remake La fine del sogno americano Comparto tecnico 

 

ALEX AJA 

Come si sarà ormai notato, sono molto legato a quei film che tra la fine degli anni ’60 e il decennio dei ’70 hanno tanto sconvolto il pubblico e la critica americana segnando i stand aloneun netto confine tra ciò che c’era prima e ciò che sarebbe venuto in seguito. Un approfondimento è stato già dedicato a The Texas Chainsaw Massacre[1], il capolavoro di Hooper[2] del 1974, e al terribile remake di Nispel[3].
Oggi ho deciso di analizzare Le colline hanno gli occhi. Premetto che, a differenza della già citata recensione di Non aprite quella porta, questa volta intendo concentrarmi sul remake del 2006 di Alex Aja[4], confrontandolo con l’originale di Craven[5] datato 1977.
Partiamo dal regista: quello di Aja è un nome che agli appassionati di horror non risulterà affatto nuovo. Il regista francese cominciò la sua carriera nel 1997 con un cortometraggio chiamato Over The Raimbow[6] che si guadagnò una nomination come miglior corto al festival di Cannes. Già da questo suo primo lavoro si possono notare le riprese in POV e le carrellate che verranno utilizzate anche in seguito.
Il debutto nel mondo dei lungometraggi avviene nel 1999 con Furia[7]alta tensione
Nel 2003 gira il film che gli permetterà finalmente di farsi notare: Alta tensione[8]. Questo è una delle più famose pellicole appartenenti al filone della New French Extremity[9]. Con questa definizione coniata dal critico di Artforum[10] James Quandt si intende una serie di film francesi molto spinti e trasgressivi; il  capostipite è probabilmente il fantastico I Stand Alone[11] di Gaspar Noe[12] se non si considera il cortometraggio Carne[13] dello stesso autore. Riguardo ad Alta tensione se ne sono dette di tutti i colori: c’è chi lo ha immediatamente considerato un capolavoro del genere e chi invece lo ha demolito piuttosto frettolosamente. La cosa sicura è che Aja ha dimostrato di non essere un regista qualunque e se ne sono accorti pure ad Hollywood. Il francese infatti, in seguito ad Alta tensione, si è dedicato solamente a produzioni americane tra le quali figura il film che ci interessa. Le pellicole che seguono Le colline hanno gli occhi sono: Piranha 3d[14], Riflessi di paura[15] e Horns[16]. Eccetto quest’ultima le altre sono dei remake.

 

 

 

I REMAKE 

Veniamo ora al dunque. Perché mai in tempi in cui i remake dei classici (horror e non) spopolano ovunque, mi è venuto in mente di scrivere proprio di questo film? La halloween the beginningrisposta è piuttosto semplice. Proprio perché in un periodo in cui vediamo i film con cui siamo cresciuti venire demoliti da sequel, reboot, prequel e remake imbarazzanti, è bene mostrare un caso riuscito. Ci troviamo infatti di fronte ad uno dei migliori remake horror degli ultimi anni. Dico uno dei migliori e non “il migliore” perché, purtroppo per Aja, giusto un anno dopo il film in questione, Rob Zombie[17] ha girato Halloween the beginning[18], il rifacimento del capolavoro di Carpenter. La cosa che permette a Zombie di superare notevolmente il lavoro di Aja è il fatto che non si sia limitato a rifare il film, l’ha fatto suo reinventandolo secondo la sua poetica.
Anche Aja è tuttavia riuscito a girare un ottimo remake.
Per prima cosa bisogna far notare che tra i produttori del film compare anche lo stesso Craven che si è molto interessato alla pellicola. Già questo cambia notevolmente le cose, visto che, ad esempio, dietro al Non Aprite quella porta[19] di Niespel c’era un produttore come Michael Bay[20].

 

 

 

LA FINE DEL SOGNO AMERICANO 

L’aspetto che più faceva sfigurare il film di Niespel confrontato con l’originale di Hooper era sicuramente quello della forte critica sociale completamente assente nel le colline hanno gli occhiremake. Anzi, Niespel era addirittura riuscito, ambientando il film negli anni ’70, a creare dei ridicoli stereotipi di hippies.
Metto subito in chiaro che neanche il film di Aja riesce ad eguagliare la rabbia e la violenza della critica sociale che caratterizzava i primi film del new horror, tuttavia non la tralascia completamente, adattandola ai nostri tempi. Questo si capisce già dal fatto che abbia deciso di ambientare il film nella contemporaneità mettendo subito in chiaro che non si sta parlando di un tempo passato.
Come nell’originale, Aja decide di far scontrare due famiglie. La prima rappresenta l’America “per bene”, la classica famiglia felice composta dal padre Big Bob, stereotipo del conservatore guerrafondaio, sua moglie Ethel, il figlio Bobby e le due figlie Lynn e Brenda. A questi si aggiunge Doug, il marito di Lynn , e il loro figlio.  Doug sembra un pesce fuor d’acqua: è un pacifista,  l’esatto opposto del suocero che di fatti non nutre una grande simpatia nei suoi confronti.

Opposta a questa abbiamo la famiglia dei freaks, costituita da cannibali deformi a causa dei test atomici svoltisi durante la guerra fredda in Messico. Questi cannibali da quali i nostri “buoni” dovranno difendersi, non sono altro che un prodotto della stessa America, la quale, sembrava dirci Craven e sembra dirci ancora Aja, crea gli stessi mostri che poi si trova a dover combattere. le colline hanno gli occhiInsomma è la faccia oscura della medaglia, quella che tutti fingono di non vedere, fino a quando non ci si trovano davanti.

In questa lotta per la sopravvivenza nessuno ne uscirà pulito, anche il più innocuo e più inetto di tutti, Doug, dovrà tirare fuori tutta la violenza che serba in se, sterminando metà dei mutanti.

Quando dico che il film di Aja non ha la stessa forza dell’originale bisogna ovviamente considerare anche il periodo in cui uscì il film di Craven. Un periodo in cui stava avvenendo una vera e propria rivoluzione del genere horror, in cui si stava scoprendo sempre di più la violenza al cinema. Replicare l’impatto di quei film quindi è impossibile, sarebbe anche sbagliato chiedere una cosa simile ad un remake come questo.

Tornando al film in questione, sicuramente il tocco di genio del regista francese è stato quello di inserire la città dei test atomici. È con quella infatti che la critica nei confronti dell’America diventa più feroce.
le colline hanno gli occhiVediamo una di quelle città costruite apposta per i test atomici ormai distrutta dal tempo e che, nel contesto del film, rappresenta le speranze e i valori della società americana anni ’50 andati in frantumo. Vediamo quindi le classiche villette a schiera, con le classiche famiglie (di manichini, la maggior parte dei quali messi in posizioni sessuali) sorridenti e felici. Come se non bastasse è proprio qui che abitano i “mostri”, come si diceva prodotto di quella società ormai ridotta a brandelli.

Durante il corso del film ci viene naturale parteggiare per i protagonisti, per i “buoni”. Tuttavia, nella progressiva disumanizzazione di questi che ovviamente, dovendo difendersi, iniziano ad uccidere i mutanti, l’unico gesto umano viene proprio dalla piccola Ruby, una bambina deforme che decide di sacrificarsi per salvare il neonato di Doug.

 

 

 

COMPARTO TECNICO 

Se, come abbiamo visto finora, la critica sociale è rimasta, il film di Aja si presenta completamente diverso rispetto a quello di Craven per quanto riguarda gli aspetti tecnici.
le colline hanno gli occhiL’originale si caratterizzava per le riprese a mano sgranate e sporche tipiche di quello stile molto realistico, quasi documentaristico di cui si è già parlato nella recensione di Non aprite quella porta. Le scelte di Aja sono invece molto più elaborate (e costose, nonostante il budget del film non sia così elevato). Vediamo quindi riprese in POV e carrellate molto complicate. Torna lo stile di ripresa più mosso e frenetico solamente nelle scene di maggior tensione o azione.
Il direttore della fotografia, Maxime Alexandre[21], sviluppa ciò che aveva già fatto in Alta Tensione, lavorando sul contrasto tra luci calde e fredde, ad esempio, nelle scene notturne, tra il blu scuro del cielo e le luci elettriche o il fuoco.

Il regista inserisce numerose citazioni, dalla scena iniziale che cita apertamente C’era una volta il West[22] alle numerose autocitazioni. Ci sono infatti delle riprese praticamente identiche a quelle di Alta Tensione.

le colline hanno gli occhiUna delle cose che sicuramente colpisce di più e l’ambientazione. Il film originale era ambientato in Nuovo Messico e i produttori inizialmente pensavano di scegliere la stessa location. Ciò non fu possibile poiché la zona non era più deserta bensì ricca di costruzioni. Si decise così di cercare un posto più adatto e alla fine la scelta ricadde sul Marocco. Alcune delle location che vediamo furono trovate casualmente, come la miniera di sale, mentre altre furono costruite appositamente come, ovviamente, la città per i test atomici.

Una menzione va anche ai fantastici trucchi della K.N.B.[23] che sono riusciti a rendere i mutanti veramente spaventosi.

Bisogna infine dire due parole riguardo alla colonna sonora che alterna ad una parte curata dai Tomandandy[24], delle canzoni tipicamente anni ’50 che ricordano nostalgicamente i tempi in cui non ci si era ancora svegliati dal sogno americano.

 

 

Scritto da: Tomàs Avila.

 

 

 

Note:

[1] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0072271/?ref_=fn_al_tt_1 .

[2] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0001361/?ref_=tt_ov_dr .

[3] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm1197971/?ref_=tt_ov_dr .

[4] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0014960/?ref_=tt_ov_dr .

[5] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0000127/?ref_=tt_ov_dr .

[6] Link al cortometraggio: https://www.youtube.com/watch?v=GwqV1DE_GOg .

[7] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0181549/?ref_=nm_flmg_dr_9 .

[8] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0338095/?ref_=nm_flmg_dr_8 .

[9] Link Wikipedia della corrente: https://en.wikipedia.org/wiki/New_French_Extremity .

[10] Link Wikipedia della rivista: https://it.wikipedia.org/wiki/Artforum .

[11] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0157016/?ref_=fn_al_tt_1 .

[12] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0637615/?ref_=tt_ov_dr .

[13] Link al cortometraggio: https://www.youtube.com/watch?v=5bSLA4KCEPA .

[14] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0464154/?ref_=nm_flmg_dr_4 .

[15] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0790686/?ref_=nm_flmg_dr_6 .

[16] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt1528071/?ref_=nm_flmg_dr_3 .

[17] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0957772/?ref_=fn_al_nm_1 .

[18] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0373883/?ref_=nm_flmg_dr_8 .

[19] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0324216/?ref_=fn_al_tt_2 .

[20] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0000881/?ref_=fn_al_nm_2 .

[21] Link IMDB: http://www.imdb.com/name/nm1131817/?ref_=fn_al_nm_1 .

[22] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0064116/?ref_=fn_al_tt_1 .

[23] Link IMDB: http://www.imdb.com/name/nm0460597/?ref_=fn_al_nm_1 .

[24] Link IMDB: http://www.imdb.com/name/nm0354453/?ref_=fn_al_nm_1 .