Analisi Cannibal Holocaust

In Analisi film, Cinema, Mockumentary, Found Footage e P.O.V., Ruggero Deodato, Tomàs Avila by Tomas AvilaLeave a Comment

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Cannibal holocaust

Regia: Ruggero Deodato.
Sceneggiatura: Gianfranco Clerici, Giorgio Stegani.
Musiche: Riz Ortolani.
Direttore della fotografia: Sergio D’Offizi.
Produttore: F.D. Cinematografica.
Anno: 1980.
Durata: 95’.
Paese: Italia.
Interpreti e personaggi: Robert Kerman (Professor Harold Monroe), Francesca Ciardi (Faye Daniels), Perry Pirkanen (Jack Anders), Luca Barbareschi (Mark Tomaso), Carl Gabriel Yorke (Alan Yates).

 

Siamo arrivati finalmente a Cannibal Holocaust, il film emblema del filone dei cannibal movie nonché la pellicola per cui maggiormente Deodato viene (e verrà) ricordato.
Censurato in 50 paesi in giro per il mondo, a causa della violenza estrema, Cannibal Holocaust ha in un certo senso ridefinito i limiti del mostrabile, ha alzato l’asticella al punto tale che tuttora non è una visione semplice da digerire.
Si è detto di tutto a riguardo, circolano leggende di ogni genere riguardo alla produzione del film e a distanza di anni ancora porta il peso delle violenze sugli animali che tanto hanno scandalizzarono quando uscì nel 1980.
La cosa certa è solo una: lo si può odiare (ci sono tutte la ragioni per farlo) o lo si può amare, certamente però non si può negare l’importanza storica di Cannibal Holocaust.

Vediamo brevemente la storia: quattro giovani telereporter americani, con una salda esperienza di lavoro nelle zone di guerra, si avventurano nella remota foresta dell’Amazzonia, per girare un documentario sulle tribù indigene che vivono lontane anni luce dalla civiltà. A finanziarli è una stazione televisiva di New York. Sono passati alcuni mesi dalla partenza, ma i quattro sembrano scomparsi. Il professor Harold Monroe, antropologo, viene allora incaricato di mettersi sulle tracce dei reporter. Accompagnato da una guida locale, il docente si spinge anche lui nella foresta amazzonica. Le insidie sono a ogni angolo, tra belve feroci e indigeni dediti al cannibalismo. È in mezzo a questo inferno in Terra che l’antropologo trova le pellicole girate dai reporter e scopre che fine hanno fatto. (da mymovies)

 

Indice:
The last road to hell
The green Inferno
Deodato è come Alan Yates?
Curiosità e misteri intorno a Cannibal Holocaust
Conclusioni

 

THE LAST ROAD TO HELL 

“Mi chiedo chi siano i veri cannibali?”, questa è la battuta con cui si chiude il film ed è la domanda che ogni spettatore si pone durante la visione di Cannibal Holocaust.
Cannibal holocaustIn Ultimo mondo cannibale il protagonista “involveva” da occidentale civilizzato a barbaro, riscoprendo le pulsioni animalesche presenti in ogni uomo e arrivando, nel momento più intenso del film, a diventare lui stesso un cannibale. In Cannibal Holocaust il professor Harold Monroe si troverà a mangiare carne umana nella prima metà del film. Questo dovrebbe già far capire che Deodato aveva deciso di spingersi molto oltre.
Non più l’involuzione dell’uomo occidentale, bensì la distruzione totale della sua presunta superiorità morale (non a caso di morale ed etica si parla nella prima scena del film).

Questa forte critica viene indirizzata soprattutto verso i mass media, cosa che accadrà, anche se in modo meno incisivo, con Inferno in diretta.
Ovviamente, come dicevamo nell’introduzione, Cannibal Holocaust è figlio dei tempi in cui è stato concepito. In Italia era il periodo del terrorismo e Deodato ricorda che suo figlio, guardando la televisione, era posto di fronte ad immagini di estrema violenza. I giornalisti, i telegiornali, i mass media in generale si facevano sempre meno scrupoli a mostrare delle scene molto forti.
Diventava legittimo allora chiedersi quale fosse il confine tra informazione ed esposizione morbosa dei fatti violenti. Insomma, quanto fossero lontani i servizi televisivi dai documentari di Jacopetti[1], Cavara[2] e Prosperi[3] come Mondo cane[4].
Deodato ha pensato inizialmente di girare un documentario in stile mondo movie, per dimostrare che i giornalisti possono fare ciò che vogliono (mentre i registi horror erano ancora malvisti da molti), poi però ha cambiato idea.

Abbiamo già detto che i mondo movie sono stati fondamentali per la nascita dei cannibal movie, le radici dei film del filone cannibalico affondano proprio negli shockumentary alla Mondo cane.
Deodato lo sapeva bene e li richiama direttamente con le immagini che vengono mostrate di “The last road to hell”, il documentario girato dal personaggio di Alan Yates in Cannibal Holocaust, ovvero una sequela di esecuzioni, morti e immagini cruente.
Cannibal Holocaust critica proprio il sistema dei media che fa leva su immagini di questo tipo, senza farsi scrupoli e arrivando addirittura a creare le situazioni che poi vengono riprese (come quando i quattro personaggi del film di Deodato distruggono il villaggio degli indigeni per riprendere le loro reazioni).

Cannibal holocaustIl secondo cannibal movie di Deodato ha una storia più elaborata rispetto a Ultimo mondo cannibale e per questo si sente meno l’influenza dei mondo movie. Non che manchino scene inserite col solo scopo di stupire il pubblico in cerca di attrazioni: riprese di scimmie che saltano tra gli alberi, pappagalli, insetti spaventosi che divorano i cadaveri e via dicendo.
Tuttavia questo aspetto diventa meno preponderante rispetto a Ultimo mondo cannibale.
Un discorso a parte va fatto per le uccisioni di animali ma ne parleremo più avanti.

In ogni caso è innegabile la dirompente forza della critica mossa da Deodato. Una critica che segue un percorso ben preciso. Si parte dai grattacieli di New York e dal giornalista che proclama i successi della scienza occidentale e l’importanza di un’etica e di una morale che manca totalmente agli indigeni che si vedranno poi nel film. Poco per volta la presunta superiorità morale occidentale verrà demolita, affossata fino ad arrivare alla domanda con cui si chiude il film: “Chi sono i veri cannibali?”.

 

THE GREEN INFERNO 

Il genio di Deodato e la vera forza avanguardistica di Cannibal Holocaust stanno nella seconda parte del film, quella soprannominata appunto “The green inferno”.
Il professor Harold Monroe ritrova le pellicole girate dai quattro reporter americani e ha inizio il vero viaggio nell’inferno.
Cannibal holocaustAbbiamo parlato della critica ai media, Deodato per renderla ancora più efficace si è rifatto proprio all’estetica documentaristica, quella dei servizi televisivi, dando vita inconsapevolmente a un nuovo genere: il found footage.
Nonostante spesso si parli di Cannibal Holocaust come capostipite del mockumentary, in realtà è più corretto infatti parlare di found footage. Ci sono diversi esempi di mockumentary precedenti al 1980, uno su tutti The War Game[5].
Deodato ha ripreso il concetto di falso documentario, dando vita al primo found footage (che vuol dire “filmato ritrovato”).

In effetti, come ha dichiarato lo stesso Deodato, il regista si è sempre concentrato su film realistici o verosimili. Sono pochi i casi di film più fantasy e a suo dire li ha fatti più che altro per esigenze economiche.
Tra la fine dei ’60 e i primi ’70, Deodato si occupa di due serie tv, Il triangolo rosso[6] (sulla polizia stradale) e All’ultimo minuto[7]. In particolare la prima ha un successo così grande che il regista viene contattato dal ministero dei lavori pubblici per realizzare degli spot di 90 secondi da mandare in onda su Rai 1. Con questi spot Deodato ha iniziato a collaudare lo stile di ripresa che poi utilizzerà in Cannibal Holocaust, ispirandosi al cinema verità.

Il regista romano ha sempre indicato come principali fonti d’ispirazione Roberto Rossellini e Sergio Corbucci (dei quali è stato aiuto regista). Da uno ha preso il realismo e dall’altro la violenza estrema. Deodato dice però che, a dire il vero, Cannibal Holocaust ha preso molto più da Rossellini che da Corbucci, tanto che non ha avuto paura di definirlo “un film neorealista”.
Cannibal holocaustOra, se questa definizione può sembrare azzardata, è vero che diverse caratteristiche stilistiche del neorealismo sono state riprese: le ambientazioni sono reali, non ricostruite in studio (il film è stato girato a Leticia, nella vera giungla); molti degli attori non sono professionisti, praticamente tutti gli indigeni non avevano mai visto una telecamera e vivevano veramente dove è stato girato il film; la ricerca del realismo, tra scene che approfondiscono gli usi e costumi degli indigeni e il tentativo di tenersi sempre su toni verosimili; anche le scenografie costruite (le capanne ad esempio) sono state realizzate da gente del luogo, non da maestranze di Cinecittà.

La tecnica di Deodato ha fatto scuola, senza che lui nemmeno se ne rendesse conto.
Poco dopo la sua uscita italiana, Cannibal Holocaust è stato ritirato per via delle scene cruente che hanno provocato non pochi inconvenienti al regista.
Dopo il polverone iniziale, quando le acque si sono calmate, tutto sembrava finito, tutti si erano dimenticati del film. Invece così non era, con gli anni è diventato un cult apprezzato da sempre più persone (tra i vari estimatori possiamo citare per esempio Quentin Tarantino[8], Nicolas Winding Refn[9], Eli Roth[10]).
La vera ragione della riscoperta del film è stata però l’uscita di The Blair Witch Project[11] di Daniel Myrick[12] ed Eduardo Sanchez[13]. La pellicola del 1999 ha ripreso la tecnica del found footage sperimentata da Deodato (ed estesa in questo caso a tutta la durata del film) e ha avuto un successo incredibile. Cannibal holocaustTra gli spettatori più attenti è iniziato a saltare fuori il nome di Cannibal Holocaust, che già due decenni prima aveva fatto la stessa cosa.
Così si è ricominciato a parlare del film, con grande sorpresa di molti che ne avevano preso parte e che ormai se l’erano dimenticato.

Dopo The Blair Witch Project e in particolare in seguito all’attentato alle Twin Towers dell’11 settembre 2001, si sono moltiplicati sempre di più i mockumentary e i found footage, rifacendosi molto all’estetica dei video veri di chi ha assistito all’attentato (ne abbiamo parlato in questo articolo riguardo a Cloverfield[14]).
La cosa interessante è vedere come, ancora una volta, Deodato ci abbia visto lungo con Cannibal Holocaust, film che (come succederà ai found footage di più di vent’anni dopo) è nato dal clima di terrore di quegli anni.

 

DEODATO E’ COME ALAN YATES? 

Veniamo ora agli aspetti più discutibili e più scomodi del film.

Per prima cosa: la violenza sugli animali. La scena in cui viene uccisa la tartaruga, quella del topo, quella del maialino e in particolare quella della scimmia hanno scandalizzato e continuano a scandalizzare gran parte degli spettatori. Per molti è inammissibile una cosa del genere e Deodato è finito in tribunale e ha perso la causa proprio per questo motivo.Cannibal holocaust  L’accusa si è appellata a una legge che vietava di portare la corrida in Italia e la questione si è risolta con quattro mesi di condizionale per Deodato e con il sequestro del film.
Le giustificazioni del regista (e del resto della troupe) sono sempre state due.
Innanzitutto i cannibal movie avevano un grande successo sul mercato orientale (in Giappone ad esempio) e proprio da questo mercato arrivavano le richieste di uccisioni di animali, perciò i produttori del film premevano per inserire delle scene del genere.
In secondo luogo poi tutte le persone coinvolte nel film hanno ricordato che gli animali uccisi sono poi stati mangiati (o da loro stessi o dagli indigeni), quindi non sono state uccisioni immotivate.

Ora, va ricordato che molto spesso nella storia del cinema è stato fatto di peggio, si pensi a film come Titanic[15] o Apocalypse Now[16] e all’impatto che la loro realizzazione ha avuto sull’ambiente in cui son stati girati, o ai cavalli utilizzati nei film western.
Cambia però il fatto che in Cannibal Holocaust questa violenza reale è stata ripresa e mostrata al pubblico. Il dubbio principale è quindi: è giusto mostrare una vera uccisione sullo schermo? Ognuno può rispondere come vuole.

Gabriel Yorke[17], l’attore che nel film interpreta Alan Yates, ha detto che secondo lui Deodato è simile al personaggio di Yates, perché fa quello che si deve fare per ottenere ciò che vuole.
Gran parte della troupe era contro all’uccisione di animali, in particolare prima della scena della scimmia c’è stata una grande protesta da parte di alcuni. Cannibal holocaustAd uccidere il maialino inizialmente sarebbe dovuto essere Gabriel Yorke ma si rifiutò.
Deodato invece non si poneva problemi, era una richiesta dei produttori, quindi andava fatto.

È proprio qui che sta la grande contraddizione di Cannibal Holocaust: diventa esso stesso bersaglio della sua stessa critica. Come i quattro reporter protagonisti della seconda parte del film, Deodato ha ripreso delle scene aberranti perché era quello che il mercato voleva.

È un aspetto molto interessante che porta a farci chiedere quale sia il valore della critica sociale di Deodato, alla luce di questi fatti. Come detto prima, ognuno risponderà a queste domande come se la sente.

Un’altra questione che potrebbe far storcere il naso a qualcuno è il coinvolgimento di una vera tribù indigena. Persone che non avevano mai visto una videocamera o un film a cui venivano fatte recitare scene estremamente crude (stupri, uccisioni e via dicendo). Deodato stesso dice che a distanza di anni questa cosa lo tormenta e che continua a chiedersi come mai gli indigeni siano stati così ben disposti a collaborare, nonostante non sapessero esattamente quello che stavano facendo.

 

CURIOSITA’ E MISTERI INTORNO A CANNIBAL HOLOCAUST 

Nonostante, secondo il regista, la realizzazione di Cannibal Holocaust sia stata abbastanza semplice, a differenza invece di Ultimo mondo cannibale, per molti di coloro che hanno partecipato al film non è stato così.
La giungla colombiana nei pressi di Leticia, descritta da Deodato come molto più accessibile rispetto all’impenetrabile giungla di Mandanao dove è stato girato il primo film della trilogia, ha causato molti problemi agli attori.

Leticia

Leticia, Colombia.

Parte del fascino di questo film deriva sicuramente dall’aura di mistero che lo circonda, ci sono varie leggende e dicerie che vengono smentite o confermate da chi all’epoca partecipò al film.

Una delle più celebri riguarda la campagna pubblicitaria del film. Le uccisioni sono state realizzate con effetti così realistici che Deodato venne portato in tribunale, con l’accusa di aver ucciso veramente gli attori, che in effetti si erano eclissati. Fortunatamente è riuscito a dimostrare che non aveva ucciso nessuno. Per fare un esempio, la scena più celebre del film, quella della ragazza impalata che tanto ha colpito Quentin Tarantino, è stata realizzata con una spesa esigua, facendo sedere la ragazza su un palo alla cui estremità era stata attaccata una sella.
Insomma, Deodato venne processato solo per le violenze sugli animali però sono diversi gli episodi da lui raccontati di gente che lo credeva un assassino.
A questo si collega il fatto che, come racconta lo stesso regista, per contratto gli attori protagonisti sarebbero dovuti scomparire per circa un anno in seguito alla distribuzione del film.
In realtà resta il dubbio se sia vero o no, Gabriel Yorke ad esempio dice di non averne mai saputo nulla.
In ogni caso, che sia stato studiato o no, Cannibal Holocaust ha fatto scuola anche dal punto di vista della campagna di marketing e The Blair Witch project è doppiamente debitore nei confronti di Deodato.

Cannibal holocaust

Cannibal Holocaust (sopra), The Blair Witch Project (sotto).

Altre storie riguardano la circolazione durante la realizzazione del film. A quanto pare era una zona di punta del narcotraffico e, stando a Deodato, per tutto il tempo gli attori e la troupe erano strafatti, tranne Deodato stesso. Anche questa cosa è stata smentita da Gabriel Yorke.

Che dire poi della violenza sugli animali? Lo scenografo Antonello Geleng[18] dice di non aver mai assistito alle scene in questione, perché non sopportava l’uccisione di animali.
Allo stesso modo Gabriel Yorke dice di aver scoperto della scena della tartaruga solo venti anni dopo, quando per la prima volta ha visto il film.

Insomma Cannibal Holocaust resta in gran parte avvolto nel mistero, come la figura di Deodato, difficile da inquadrare anche a causa delle varie dichiarazioni contrastanti.
Per tutti questi motivi e per molti altri possiamo considerare Cannibal Holocaust un film maledetto, una di quelle pellicole impossibili da replicare, avvolte da un’aura unica (per fortuna o per sfortuna, a seconda dei casi).

 

CONCLUSIONI 

Su Cannibal Holocaust si potrebbe scrivere un libro, per quante cose ci sono da dire. In questo articolo ho cercato di riassumere il più possibile e di fare una panoramica generale, sicuramente però qualche aspetto mi sarà sfuggito.

Non ho parlato molto delle famosissime musiche di Riz Ortolani[19] (che si è occupato tra l’altro delle colonne sonore di molti mondo movie), delle dolci note del tema principali contrapposte alle immagini aberranti. Cannibal holocaustE si potrebbe parlare di come l’utilizzo anaempatico della colonna sonora abbia influenzato molti autori in seguito, Tarantino su tutti (ovviamente Deodato non è stato l’unico a farlo, si pensi a Non si sevizia un paperino[20] di Fulci[21]).

Ho tralasciato diverse storie che riguardano il film, storie che comunque non è difficile scoprire vista la riscoperta di Cannibal Holocaust negli ultimi venti anni e visto il lavoro fatto, per esempio, da Nocturno.

In ogni caso, Cannibal Holocaust è un pezzo di storia del cinema, da molti ancora sottovalutato.
Non è un film per tutti, visti i temi trattati ma è importante conoscere come ha influenzato il cinema a venire.

Ovviamente i moltissimi fan hanno sempre chiesto un sequel ma Deodato non è mai stato interessato, anche perché lui per primo sottolinea l’impossibilità di rifare un film del genere.
In realtà ha anche pensato a un possibile seguito, con però un’ambientazione urbana, ispirandosi un po’ a Subway[22] di Luc Besson[23] ma non andò in porto.
Nel 1988 Antonio Climati[24] ha girato Natura contro[25], un cannibal movie che nel 2002 venne distribuito in Gran Bretagna come Cannibal Holocaust 2 ma ovviamente non ha niente a che fare con il film di Deodato.

Cannibal Holocaust resta l’apice del cannibal movie, non a caso dal 1980 (anno di punta dei film cannibalici) il filone ha iniziato a spegnersi.

Cannibal holocaust

 

Scritto da: Tomàs Avila.

 

 

Note:

[1] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0415059/?ref_=tt_ov_dr .

[2] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0146974/?ref_=tt_ov_dr .

[3] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm3626527/?ref_=ttfc_fc_dr3 .

[4] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0057318/?ref_=nv_sr_1 .

[5] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0059894/?ref_=nv_sr_1 .

[6] Link IMDB della serie TV: http://www.imdb.com/title/tt1320174/?ref_=nv_sr_1 .

[7] Link IMDB della serie TV: http://www.imdb.com/title/tt0335609/?ref_=nv_sr_1 .

[8] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0000233/?ref_=nv_sr_1 .

[9] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0716347/?ref_=nv_sr_1 .

[10] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0744834/?ref_=nv_sr_1 .

[11] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0185937/?ref_=nm_knf_i1 .

[12] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0617130/?ref_=tt_ov_dr .

[13] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0844896/?ref_=nv_sr_1 .

[14] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt1060277/?ref_=nv_sr_2 .

[15] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0120338/?ref_=nv_sr_2 .

[16] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0078788/?ref_=nv_sr_2 .

[17] Link IMDB dell’attore: http://www.imdb.com/name/nm0948787/?ref_=nv_sr_1 .

[18] Link IMDB dello scenografo: http://www.imdb.com/name/nm0170341/?ref_=nv_sr_1 .

[19] Link IMDB del compositore: http://www.imdb.com/name/nm0006221/?ref_=nv_sr_1 .

[20] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0069019/?ref_=nv_sr_1 .

[21] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0002086/?ref_=tt_ov_dr .

[22] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0090095/?ref_=nv_sr_1 .

[23] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0000108/?ref_=tt_ov_dr .

[24] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0166789/?ref_=tt_ov_dr .

[25] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0161849/?ref_=nv_sr_1 .