La mutazione di Tetsuo. Parte 5: Tetsuo III- The Bullet Man

In Tetsuo, la mutazione di Tsukamoto, Tomàs Avila by Tomas AvilaLeave a Comment

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Prima di cominciare avviso i lettori che sono presenti molti spoiler, necessari per analizzare al meglio i film presi in considerazione

 

 

ELENCO DELLE OPERE

The Phantom of Regular Size, 1986 
Le avventure del ragazzo dal palo elettrico, 1987 
Tetsuo: The Iron Man, 1989 
Tetsuo II: Body Hammer, 1992 
Tetsuo: The Bullet Man, 2010 

 

 

TETSUO III 

tetsuo III
Regia: Shinya Tsukamoto.
Soggetto: Shinya Tsukamoto.
Sceneggiatura: Shinya Tsukamoto, Hisakatsu Kuroki.
Musiche: Chu Ishikawa.
Direttore della fotografia: Satoshi Hayashi, Takayuki Shida, Shinya Tsukamoto.
Produttore: Shinichi Kawahara, Masayuki Tanishima, Shinya Tsukamoto.
Anno: 2009.
Durata: 71’.
Paese: Giappone.
Interpreti e personaggi: Eric Bossick (Anthony), Shinya Tsukamoto (The Guy), Akiko Mono (Yuriko), Yuko Nakamura (Mitsue), Stephen Sarrazin (Ride), Tiger Charlie Gerhardt (Tom), Prakhar Jain (Elliott).

 

 

In seguito al secondo capitolo di Tetsuo, diversi produttori americani si sono interessati a produrne un terzo, ambientato in una città americana. Tsuakomoto si è dimostrato favorevole all’iniziativa, tuttavia non è mai riuscito a raggiungere un accordo. Diversi nomi importanti sono stati coinvolti nella produzione del film, tetsuo IIIanche Quentin Tarantino[1], ma il progetto è stato rimandato per anni. A distanza di quasi 17 anni il regista giapponese torna alla sua creatura e realizza il tanto travagliato terzo capitolo. Ha spiegato che il motivo principale per cui ha rifiutato tutte le offerte dei produttori americani erano le limitazioni di tempo. Tsukamoto ci ha sempre messo tanto a realizzare i film di Tetsuo e anche questa volta non voleva rinunciarci, curando da se ogni particolare (infatti è regista, sceneggiatore, produttore, direttore della fotografia, montatore e attore).

Anthony – di padre americano e madre giapponese, entrambi scienziati – vive a Tokyo con sua moglie Yuriko e suo figlio Tom. Un giorno, di ritorno da una visita al padre Ride, Anthony assiste impotente all’omicidio di Tom, investito da un’auto: l’assassino si scoprirà essere Yatsu[2], feticista dei metalli. La morte del figlio scatena in Anthony una collera che lo porta ad una fantascientifica metamorfosi fisica e caratteriale, con il suo corpo che si tramuta nell’arco di poche ore in una micidiale arma di distruzione. (Da wikipedia)

Alla fine è tornato in Giappone, sempre a Tokyo, e nel 2009 il film è uscito.
Nonostante la produzione sia giapponese, questo terzo capitolo è da molti punti di vista più vicino al gusto americano. Per prima cosa è parlato quasi completamente in inglese e il protagonista è un attore americano.tetsuo III

La vicinanza ai gusti occidentali si nota anche dal punto di vista narrativo. Si tratta infatti del capitolo in cui vengono spiegate più cose. Negli altri lo spettatore restava sempre all’oscuro del perché della mutazione, qui invece si cerca di dare una spiegazione e ciò, ovviamente, toglie un po’ del fascino delle altre pellicole.
Va detto però che dal punto di vista stilistico resta la visionaria follia del regista, anche se concentrata più che altro in determinate sequenze.

I temi affrontati sono bene o male i medesimi. Abbiamo ancora la città cyberpunk, le inquadrature dal basso che danno l’idea di quanto siano piccoli i personaggi rispetto alla città, la folla di colletti bianchi tutti uguali come automi e, ovviamente, la mutazione.
Funziona anche il restyling della mutazione, aggiornato (più o meno) ai nostri tempi, anche se personalmente preferivo gli effetti artigianali con cui era resa la trasformazione nei precedenti capitoli.

Le cose che cambiano a livello tematico sono principalmente due.
tetsuo IIIPer prima cosa è diverso il ruolo del personaggio interpretato da Shinya Tsukamoto. Nel primo film era un feticista del metallo che iniziava a dare la caccia al protagonista, dopo essere stato da lui investito. Nel secondo capitolo era il leader-messia di un gruppo di folli, addestrati a distruggere il mondo.
In questo terzo film è ancora la nemesi del protagonista però sembra spinto più che altro da pulsioni autodistruttive, vuole farsi uccidere dal protagonista (oltre che, come al solito, invogliarlo a distruggere tutto ciò che lo circonda). La fine che fa è anch’essa diversa. Questa volta i due non si uniscono per formare una macchina di morte definitiva ma il protagonista lo assorbe, annullando la sua mutazione e tornando ad esser un uomo normale e soprattutto tornando alla sua solita vita.

Si arriva così al finale che costituisce la differenza più grande rispetto agli altri film. Nei capitoli precedenti il finale era sempre apocalittico, indipendentemente dal modo in cui ci si arrivava, tutto si concludeva con la fusione del protagonista e la sua nemesi e la conseguente distruzione totale della città (e del mondo probabilmente). L’inizio di una nuova era: l’era del metallo e degli uomini-macchine.
Questa volta invece il protagonista torna alla normalità, impara a contenere il suo potere (che si attiva quando perde il controllo e si arrabbia), tanto che nell’ultima tetsuo IIIscena lo vediamo camminare tra la folla e nonostante dei teppisti lo provochino, va avanti ignorandoli.
La domanda sorge spontanea: è un happy ending? Sicuramente lo si potrebbe considerare tale, accusando il regista di aver perso la sua carica eversiva, la sua rabbia (cosa che per altro lui stesso conferma in diverse interviste, dicendo di non essere più pessimista come in passato).
In realtà a me sembra molto più cupo e senza speranza rispetto agli altri. È vero che si concludevano con la distruzione di tutto, però la carica eversiva, la rabbia punk e distruttiva di cui abbiamo discusso in precedenza rappresentavano un forte gesto di ribellione verso la società in cui viveva Tsukamoto.
Il ritorno alla “normalità” di questo terzo capitolo sembra dirci che anche il nostro Tetsuo ha perso il suo spirito di ribellione, accettando le cose così come stanno. E per me ciò lascia molte meno speranze rispetto alla distruzione, a cui sarebbe seguita una ricostruzione.

A livello tecnico, il film riprende le caratteristiche dei suoi predecessori, cercando però di aggiornarle. La fotografia è freddissima ma per me meno interessante rispetto all’uso dei colori del secondo capitolo e all’uso del bianco e nero del primo. Il montaggio è sempre frenetico, così come l’uso della camera a mano che spesso rende impossibile la comprensione di ciò che sta avvenendo. A parte qualche sequenza (come quella dei Tetsuo IIItitoli di testa) veramente degna di nota, nel complesso mi è parso molto meno interessante rispetto ai lavori precedenti, anche se comunque si riconosce la folle mano di Tsukamoto.

 

Si conclude così questo percorso attraverso la mutazione di Tetsuo. Tsukamoto ha dichiarato che se dovesse realizzare un altro capitolo, lo farebbe in America (questa volta veramente) e probabilmente senza il personaggio del feticista/Yatsu, da lui solitamente interpretato.
Che piaccia o meno la saga di Tetsuo resta una delle opere più importanti riguardo al tema della mutazione, raggiunta da pochi altri autori come per esempio il più volte citato David Cronenberg.
Una serie in grado di rielaborare lo stesso tema proponendolo in svariate forme e approfondendolo ogni volta da punti di vista differenti.
E soprattutto Tsukamoto dimostra come sia possibile realizzare con pochissimi mezzi delle opere di spessore.

 

 

 

Scritto da: Tomàs Avila.

 

 

 

Note:

[1] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0000233/?ref_=nv_sr_1 .