Regia: Martin Scorsese.
Soggetto: Shusaku Endo.
Sceneggiatura: Jay Cocks, Martin Scorsese.
Musiche: Kathryn Kluge, Kim Allen Kluge.
Direttore della fotografia: Rodrigo Prieto.
Produttore: Cappa Defina Productions, Cecchi Gori Pictures, Corsan, Emmett/Furla/Oasis Films, Sikelia Productions, AI-films, Fabrica de Cine, SharpSword films, IM Global.
Anno: 2016.
Durata: 161’.
Paese: USA, Taiwan, Messico, Italia, Regno Unito, Giappone.
Interpreti e personaggi: Andrew Garfield (Rodrigues), Adam Driver (Garupe), Liam Neeson (Ferreira), Tadanobu Asano (Interprete), Shinya Tsukamoto (Mokichi), Yosuke Kubozuka (Kichijiro).
Indice:
–Introduzione
–Silenzio
–Apocalypse Now
–Scorsese e la religione
–Il film del 1971
–Comparto tecnico
–Conclusioni
Martin Scorsese torna al cinema a tre anni dal capolavoro (per una volta è il caso di dirlo) The Wolf of Wall Street[1], film esuberante, divertente e soprattutto volgarissimo, con Silence, una pellicola per molti versi agli antipodi del suo precedente lavoro, come vedremo in seguito.
1963, due giovani gesuiti, Padre Rodrigues e Padre Garupe, rifiutano di credere alla notizia che il loro maestro spirituale, Padre Ferreira, partito per il Giappone con la missione di convertirne gli abitanti al cristianesimo, abbia commesso apostasia, ovvero abbia rinnegato la propria fede abbandonandola in modo definitivo. I due decidono dunque di partire per l’Estremo Oriente, pur sapendo che in Giappone i cristiani sono ferocemente perseguitati e chiunque possieda anche solo un simbolo della fede di importazione viene sottoposto alle più crudeli torture. Una volta arrivati troveranno come improbabile guida il contadino Kichijiro, un ubriacone che ha ripetutamente tradito i cristiani, pur avendo abbracciato il loro credo. (Da mymovies)
Come è noto, “Silence” è un film che Scorsese cercava di fare da anni. Si tratta dell’adattamento cinematografico del romanzo Chinmoku (Silenzio)[2], scritto da Shusaku Endo[3] e pubblicato nel 1966.
Il romanzo era già stato trasposto al cinema da Masahiro Shinoda[4] nel 1971.
Scorsese iniziò a pensare alla sua trasposizione nel 1988 quando l’Arcivescovo di New York Paul Moore, dopo aver visto L’ultima tentazione di Cristo[5], gli regalò una copia del libro di Endo.
Il regista però ha rimandato il progetto, film dopo film, soprattutto perché non si sentiva pronto per realizzarlo.
La situazione ha iniziato a smuoversi nel 2006 quando Scorsese, insieme a Jay Cocks[6] (già suo collaboratore per L’età dell’innocenza[7] e Gangs of New York[8]), ha cominciat a scrivere la sceneggiatura. Dopo svariati problemi, tra i quali una querela da parte della casa produttrice Cecchi Gori nei confronti del regista (per non aver rispettato i tempi concordati) e diverse proposte per il cast, con nomi del calibro di Daniel Day-Lewis[9] e Benicio del Toro[10], nel 2013 finalmente Scorsese si è messo al lavoro su Silence e a gennaio 2015 sono cominciate inizio le riprese.
L’ultima fatica del regista newyorkese arriva perciò sugli schermi ben 29 anni dopo il suo concepimento.
Ciò ha ovviamente fatto crescere a dismisura le aspettative degli spettatori e si comprende quindi, in parte, il motivo per cui molti siano rimasti interdetti (se non delusi) dal film.
Il film si apre ossimoricamente con lo schermo completamente nero accompagnato dai rumori della foresta che diventano sempre più assordanti, fino alla comparsa del titolo: Silence.
Fin da subito si comprende l’importanza del titolo che, a differenza della maggior parte dei film, è più che mai inerente alla storia raccontata, anzi ne offre immediatamente una chiave di lettura.
Il silenzio evocato dal titolo non ha un significato univoco; ha invece diverse sfaccettature che andremo a scoprire.
Per prima cosa il silenzio a cui si allude è quello di Dio. I due protagonisti si trovano da soli in una terra a loro ostile e, nonostante le continue preghiere e la più totale devozione, non hanno mai una risposta da parte di Dio che sembra averli abbandonati. Questo metterà in crisi i due gesuiti, in particolare Padre Rodriguez che nel corso del film verrà lentamente logorato dall’assenza di un riscontro positivo, da parte di Dio ma anche da parte del popolo che cerca di evangelizzare.
Si tratta di un tema caro a Scorsese, non è la prima volta che lo troviamo in un suo film. Basti pensare al poco conosciuto Al di là della vita[11], ultima collaborazione tra il regista e il grandissimo sceneggiatore Paul Schrader[12]. Nella pellicola del 1999, Nicolas Cage[13], nei panni di un paramedico, attraversa un momento di crisi dopo non essere riuscito a salvare una paziente. Di fronte alla sua crisi, la risposta di Dio è sempre silenziosa.
Il silenzio è poi quello che accompagna padre Rodriguez nella parte finale del film. È stato apparentemente distrutto e vinto dalla società giapponese. Ha calpestato l’immagine di Gesù, colui che gli aveva sempre parlato (prima del suo viaggio in Giappone) e ispirato. Seguendo l’esempio di Padre Ferreira si adatta alla condizione in cui si è trovato, aiutando l’inquisitore a scovare qualsiasi idolo o oggetto cristiano, quindi minaccioso, portato dai mercanti europei.
Nella scena finale tuttavia vedremo come Rodriguez ha in realtà continuato negli anni a portare avanti e coltivare la sua fede, che lo accompagna fino al momento della morte. La croce tra le mani, nascosta a tutti, è emblematica e ci porta alla seconda sfaccettatura di significato del titolo. Rodriguez, a discapito delle apparenze, è rimasto fedele e devoto a Dio in silenzio. L’opposto di come lo avevamo visto ad inizio film, desideroso di diffondere la fede cristiana e (la sua) verità, fino ad essere arrogante nel suo modo di porsi.
Infine il silenzio è quello della colonna sonora. È noto a tutti l’amore sconfinato che Scorsese nutre nei confronti della musica (in particolare del rock). Le colonne sonore dei suoi film sono fondamentali e ha realizzato diversi documentari dedicati ad artisti rock come George Harrison: Living in the Material World[14] o Shine a Light[15] (sui Rolling Stones).
Anche questa volta il comparto sonoro ha un ruolo estremamente importante ma viene utilizzato in modo completamente diverso. Per la maggior parte del film a dominare è il silenzio, i rumori ambientali che fin dalla già citata scena di apertura ossessionano i protagonisti ma anche gli spettatori. Un silenzio che arriva quasi ad infastidire, aiutandoci ad entrare nella condizione mentale di Rodriguez e Garupe.
Basta pensare all’assunto iniziale da cui prende le mosse la vicenda, per pensare immediatamente al romanzo di Joseph Conrad[16] Cuore di tenebra[17] ma ancora prima a uno dei più celebri film di Francis Ford Coppola[18], un altro dei “movie brats” della New Hollywood: Apocalypse Now[19].
Il personaggio di Padre Ferreira chiama direttamente in causa il Kurtz di Marlon Brando[20] anche se il modo in cui i due, persi in un territorio ostile, hanno reagito è ovviamente differente.
Le similitudini non si fermano qui. Come nel film di Coppola, anche in Silence il protagonista affronterà un viaggio sia in senso fisico che, soprattutto, spirituale e verrà in contatto con l’Orrore, nonostante si tratti di due tipi diversi di orrore e di follia.
Entrambi poi danno l’impressione di trovarsi davanti ad opere immense, mastodontiche; per la durata di quasi tre ore, per la vastità di temi che sono in grado di affrontare, per il respiro epico. Ci troviamo davanti a delle pellicole monumentali.
Più di tutto però i due film si incontrano sul tema del contrasto tra cultura occidentale e cultura orientale. Il tentativo di esportare modelli culturali occidentali in oriente (che ci si riferisca alla guerra in Viet Nam o al Giappone descritto da Endo non fa differenza) si è sempre rivelato un fallimento. Scorsese non fa l’errore di mostrare soltanto una delle due facce della medaglia. Sarebbe stato facile far leva soltanto sulle torture perpetrate da parte dei giapponesi verso i padri gesuiti (e verso gli stessi giapponesi che avevano abbracciato la fede cristiana).
Il regista però riesce a far trasparire l’ambiguità della situazione, senza cercare assolutamente di distinguere tra vittime e carnefici, tra eroi e antagonisti.
I padri gesuiti ci vengono mostrati in tutta la loro superbia e arroganza, nel tentativo (fallimentare in partenza) di evangelizzare una società che già aveva i suoi riferimenti religiosi e filosofici.
Rodriguez non riesce a capire che la differenza culturale è talmente ampia da essere insuperabile e soltanto l’incontro con Ferreira gli farà infine aprire gli occhi. Viene spiegato che i giapponesi convertiti al cristianesimo non riuscivano realmente a comprendere la religione cristiana com’è intesa in Europa. Era per loro impossibile pensare a qualcosa che trascendesse la natura, identificando ad esempio Dio nel sole e la resurrezione di Gesù Cristo nel sorgere giornaliero del sole.
Il discorso risulta più che mai attuale, come lo era ai tempi e lo è tutt’ora quello fatto da Apocalypse Now. Si tratta di temi che trascendono le epoche storiche. Il confronto tra Occidente e Oriente, tra Nord e Sud, insomma tra culture differenti che cercano di imporsi l’una sull’altra si ripresenta continuamente in forme diverse. I tentativi americani di “esportare la democrazia” nei paesi arabi ne sono forse l’esempio più recente ed evidente.
Scorsese sembra dirci che nessuno detiene le chiavi per la verità assoluta e nonostante sia ben chiaro il suo orientamento religioso, ciò non cambia la situazione. È inspiegabile quindi come molti abbiano frainteso il film, accusando addirittura Scorsese di fare propaganda cristiana.
Che il regista sia fortemente sensibile al tema religioso lo sanno tutti e lo si vede dai suoi film ma il concetto di fede non lo ha mai affrontato in modo banale anzi, è sempre molto sofferto il suo rapporto con la religione (almeno da quanto traspare dalle sue opere).
Visti i film che Scorsese ha girato negli ultimi anni (The Wolf of Wall Street, Hugo Cabret[21], Shutter Island[22], The Departed[23], ecc ecc) potrebbe sorprendere una pellicola come Silence, così diversa stilisticamente e anche, apparentemente, dal punto di vista contenutistico.
Tuttavia il regista, come abbiamo già visto in parte, ha affrontato spesso temi del genere. Anzi si può dire che siano delle tematiche che attraversano tutta la sua opera, dai primi film. In alcuni la cosa è palese, basti pensare a L’ultima tentazione di Cristo, Kundun[24] o Al di là della vita.
In realtà però in molte altre sue pellicole si ritrovano riflessioni simili ma in maniera più indiretta o meno esibita.
In Silence, Padre Rodriguez si trova ad un certo punto davanti a un terribile interrogativo: continuare con la missione di evangelizzazione, portando così a morire altri giapponesi convertiti, o calpestare l’idolo di Gesù Cristo (facendo quindi un affronto alla sua fede e ammettendo la sua sconfitta) per salvare delle persone? Il nostro protagonista finirà col sacrificare sé stesso, donandosi completamente agli altri.
Il tema del sacrificio per gli altri, spesso con ovvi riferimenti cristologici, è un classico di Scorsese. Si pensi alla strage compiuta dal Travis Bickle di Taxi Driver[25] o al Charlie, interpretato da Harvey Keitel[26], di Mean Streets[27] che finirà male nel tentativo di “salvare” gli amici dalle brutte situazioni in cui si mettono. O ancora il protagonista di Al di là della vita di cui abbiamo parlato prima. Il farsi carico degli altri porta molto spesso in Scorsese a una crisi o a una sconfitta, come accade in parte anche in Silence.
Si pensi anche al personaggio di Kichijiro, rappresentazione del fallimento di Padre Rodriguez, una sorta di Giuda che, a causa della sua debolezza di spirito, più volte rinnega la religione cristiana pur di salvarsi la vita. Arriverà addirittura a denunciare Padre Rodriguez che, nonostante tutto, continuerà a confessarlo e a perdonarlo -non senza fatica- fino alla fine.
Il film che più di tutti gli altri si avvicina all’ultima opera del regista è però L’ultima tentazione di Cristo. Silence è strettamente connesso al film del 1988, a tal punto da esserne quasi un ideale proseguimento.
Rispetto alla prima trasposizione cinematografica del romanzo di Endo, ad opera di Masahiro Shinoda, il film di Scorsese presenta numerosi punti di contatto ma anche notevoli differenze.
Nella pellicola del 1971 la storia viene raccontata allo stesso modo, accorciando un po’ i tempi (la durata è ridotta a circa 130 minuti), e alcune scene sono praticamente identiche, così come molti dei dialoghi (vedi ad esempio il confronto tra Padre Rodriguez e l’inquisitore o quello tra Padre Rodriguez e Padre Ferreira).
Le principali differenze si hanno in una delle scene di tortura (in cui alla decapitazione tramite katana che si vede nel film di Scorsese viene sostituita una sequenza ancora più terribile) ma soprattutto nel finale.
Scorsese si dilunga molto nella parte finale, arrivando fino alla morte di Padre Rodriguez, che gli permette di far vedere come in realtà non abbia abbandonato la fede.
Il film di Shinoda è molto più cinico da questo punto di vista perché ci mostra nel finale un Padre Rodriguez completamente svuotato della sua fede e delle sue certezze. Nell’ultima scena lo vediamo abbandonarsi addirittura al desiderio sessuale, spogliando con violenza la moglie giapponese “affidatale”. Il film si chiude su dei fermi immagine che non lasciano alcuna speranza, mentre Scorsese cerca di lasciare ben più di uno spiraglio, restando in linea con la sua poetica e con l’idea di una fede sofferta ma mai abbandonata.
Il film di Scorsese da spazio inoltre alle visioni mistiche del personaggio interpretato da Andrew Garfield[28], cosa che nel film di Masahiro non succede. La cosa non sorprende, se si pensa a precedenti pellicole del regista come L’ultima passione di Cristo, in cui non mancavano scene del genere.
Sicuramente il principale motivo per cui gli appassionati dello Scorsese degli ultimi anni potrebbero storcere il naso guardando Silence è la differenza stilistica rispetto ai film precedenti.
Lo stile schizzato del regista, famoso per gli incredibili piani sequenza realizzati con la steadicam, la musica rock, i personaggi che si rivolgono direttamente allo spettatore e via dicendo, viene qui abbandonato.
Scorsese rinuncia (a parte qualche eccezione) alle sue trovate più virtuosistiche e costruisce il film per difetto. La macchina da presa si muove quasi sempre lentamente, contemplando l’ambiente e soffermandosi sui personaggi. Prevalgono le panoramiche e le riprese a camera fissa.
Della colonna sonora “silenziosa” abbiamo già parlato precedentemente. Oltre ai rumori ambientali, i pochi e mai invadenti accompagnamenti musicali sembrano riprendere sonorità giapponesi tradizionali.
Dal punto di vista della fotografia, Rodrigo Prieto[29], già direttore della fotografia in The Wolf of Wall Street, ha fatto un lavoro eccellente, trasportandoci in un Giappone dominato da un’atmosfera plumbea e nebbiosa.
Per quanto riguarda il montaggio e i costumi/scenografie, Scorsese si è fatto aiutare da due storici collaboratori, rispettivamente Thelma Schoonmaker[30] (che ha collaborato a gran parte dei film del regista, la prima volta nel 1967 con Chi sta bussando alla mia porta? [31]) e Dante Ferretti[32] (che da L’età dell’innocenza, del 1993, ha quasi sempre collaborato con il regista).
Anche gli attori offrono delle prove ottime, in particolare Liam Neeson[33] nei panni di Padre Ferreira e Shinya Tsukamoto[34] (regista di Tetsuo: The Iron Man[35]). Andrew Garfield recita molto bene ma non è l’attore più adatto ad una parte del genere. Risulta più convincente, da questo punto di vista, l’attore che lo aveva interpretato nel film di Mashiro Shinoda.
Martin Scorsese è uno dei migliori registi viventi. Film dopo film dimostra di essere uno dei pochi registi mainstream veramente fuori dagli schemi, capace di alternare film alla The Wolf of Wall Street a film come questo Silence. È capace di gestire come solo lui sa fare, generi diversi, ritmi diversi, girando sempre dei grandi film.
Silence non è esente da difetti, il ritmo a volte rallenta forse fin troppo, al posto di Garfield poteva esserci un attore più adatto ma nonostante tutto il risultato è eccellente, a livelli che poco spesso vengono raggiunti.
Aspettiamo quindi con impazienza il prossimo lavoro del regista: The Irishman[36]. Sicuramente sarà in grado di sorprenderci per l’ennesima volta.
Scritto da: Tomàs Avila.
Note:
[1] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0993846/?ref_=fn_al_tt_2 .
[2] Link Wikipedia del romanzo: https://it.wikipedia.org/wiki/Silenzio_(Sh%C5%ABsaku_End%C5%8D) .
[3] Link Wikipedia dello scrittore: https://it.wikipedia.org/wiki/Sh%C5%ABsaku_End%C5%8D .
[4] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0793983/?ref_=nv_sr_1 .
[5] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0095497/?ref_=fn_al_tt_1 .
[6] Link IMDB dello sceneggiatore: http://www.imdb.com/name/nm0168379/?ref_=fn_al_nm_1 .
[7] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0106226/?ref_=nm_flmg_wr_6 .
[8] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0217505/?ref_=nm_flmg_wr_3 .
[9] Link IMDB dell’attore: http://www.imdb.com/name/nm0000358/?ref_=tt_ov_st_sm .
[10] Link IMDB dell’attore: http://www.imdb.com/name/nm0001125/?ref_=nv_sr_1 .
[11] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0163988/?ref_=fn_al_tt_1 .
[12] Link IMDB dello sceneggiatore: http://www.imdb.com/name/nm0001707/?ref_=tt_ov_wr .
[13] Link IMDB dell’attore: http://www.imdb.com/name/nm0000115/?ref_=tt_ov_st_sm .
[14] Link IMDB del documentario: http://www.imdb.com/title/tt1113829/?ref_=fn_al_tt_1 .
[15] Link IMDB del documentario: http://www.imdb.com/title/tt0893382/?ref_=nv_sr_1 .
[16] Link Wikipedia dello scrittore: https://it.wikipedia.org/wiki/Joseph_Conrad .
[17] Link Wikipedia del romanzo: https://it.wikipedia.org/wiki/Cuore_di_tenebra .
[18] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0000338/?ref_=fn_al_nm_2 .
[19] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0078788/?ref_=nm_knf_i3 .
[20] Link IMDB dell’attore: http://www.imdb.com/name/nm0000008/?ref_=tt_ov_st_sm .
[21] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0970179/?ref_=nv_sr_1 .
[22] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt1130884/?ref_=nv_sr_1 .
[23] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0407887/?ref_=nv_sr_1 .
[24] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0119485/?ref_=nm_flmg_dr_27 .
[25] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0075314/?ref_=fn_al_tt_1 .
[26] Link IMDB dell’attore: http://www.imdb.com/name/nm0000172/?ref_=tt_ov_st_sm .
[27] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0070379/?ref_=fn_al_tt_1 .
[28] Link IMDB dell’attore: http://www.imdb.com/name/nm1940449/?ref_=nv_sr_1 .
[29] Link IMDB del direttore della fotografia: http://www.imdb.com/name/nm0006509/?ref_=nv_sr_1 .
[30] Link IMDB della montatrice: http://www.imdb.com/name/nm0774817/?ref_=fn_al_nm_1 .
[31] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0063803/?ref_=fn_al_tt_1 .
[32] Link IMDB del costumista: http://www.imdb.com/name/nm0274721/?ref_=fn_al_nm_1 .
[33] Link IMDB dell’attore: http://www.imdb.com/name/nm0000553/?ref_=fn_al_nm_1 .
[34] Link IMDB del regista-attore: http://www.imdb.com/name/nm0875354/?ref_=fn_al_nm_1 .
[35] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0096251/?ref_=nm_knf_i1 .
[36] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt1302006/?ref_=nv_sr_1 .