Recensione Hacksaw Ridge

In Oscar 2017, Recensioni brevi, Tomàs Avila by Tomas AvilaLeave a Comment

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Regia: Mel Gibson.
Sceneggiatura: Robert Schenkkan, Andrew Knight.
Musiche: Rupert Gregson-Williams.
Direttore della fotografia: Simon Duggan.
Produttore: Cross Creek Pictures, Demarest Media, IM Global, Icon Productions, Pandemonium, Permut Presentations, Windy Hill Pictures, Vendian Entertainment, Kilburn Media, Argent Pictures, Bliss Media, Cosmos Filmed Entertainment.
Anno: 2016.
Durata: 139’.
Paese: USA.
Interpreti e personaggi: Andrew Garfield (Desmond Doss), Hugo Weaving (Tom Doss), Sam Worthington (Capitano Glover), Vince Vaughn (Sergente Howell).

 

 

Mel Gibson torna alla regia a dieci anni di distanza dal suo ultimo e molto discusso film: Apocalypto[1].
Sono stati degli anni complicati per l’attore/regista che nell’ultimo decennio è stato poco produttivo anche dal punto di vista attoriale e che come tutti sanno ha passato un hacksaw ridge periodo molto complicato.
Torna con un film di guerra in cui il tema principale è quello della fede e in un certo senso anche della redenzione.

L’attacco alla base americana di Pear Harbor apre un nuovo fronte delle ostilità in Giappone. Desmond Doss, cresciuto sulle montagne della Virginia e in una famiglia vessata da un padre alcolizzato, decide di arruolarsi e di servire il suo Paese. Ma Desmond non è come gli altri. Cristiano avventista e obiettore di coscienza, il ragazzo rifiuta di impugnare il fucile e uccidere un uomo. Fosse anche nemico. In un mondo dilaniato dalla guerra, Desmond ha deciso di rimettere assieme i pezzi. Arruolato come soccorritore medico e spedito sull’isola di Okinawa combatterà contro l’esercito nipponico, contro il pregiudizio dei compagni e contro i fantasmi di dentro che urlano più forte nel clangore della battaglia. ( da mymovies)

 

Hacksaw Ridge era uno dei film più attesi della stagione. Negli anni Gibson si è fatto amare come attore e (un po’ meno) come regista. Che i suoi film siano piaciuti o meno non si può negare che pellicole come Braveheart[2] e La passione di Cristo[3] siano diventati dei cult e ciò giustifica le grandi aspettative che si avevano. hacksaw ridgeAspettative che, purtroppo, sono andate in frantumi.

Cominciamo però da una delle poche cose che mi ha convinto: la violenza, cifra stilistica che accomuna i film di Gibson che più hanno fatto discutere (La passione di Cristo e Apocalypto).
Il regista non ha paura di far vedere il sangue e la carne, come è giusto che sia in un film di guerra e com’era giusto nei suoi precedenti lavori. Ci troviamo così davanti a delle scene di guerra che non è eccessivo definire splatter (La passione di Cristo addirittura era stato accusato di essere una sorta di torture porn). Il sangue, gli arti amputati e i brandelli di carne lacerata dominano tutta la seconda parte del film e si apprezza da questo punto di vista il coraggio di un regista che non ha mai avuto paura di fare le cose a modo suo. Il problema però è tutto il resto.

La prima parte, che racconta l’infanzia del protagonista, la sua vita prima della guerra e il suo addestramento militare, è un collage di scene e situazioni tratte da altri film (in particolare le scene dell’addestramento militare).
hacksaw ridgeLa seconda parte è un trionfo di retorica filoamericana e filocristiana.
Niente contro al tema religioso che di per sé è sempre interessante (se affrontato con l’adeguata profondità), il problema è il modo in cui viene presentato.
In un certo senso Hacksaw Ridge può essere considerato agli antipodi dello splendido Silence[4] di Scorsese[5]. I punti di contatto sono molteplici: Andrew Garfield[6] come protagonista (a parer mio fuori luogo in entrambe le parti ma almeno in Silence aveva recitato in modo convincente), il tema religioso ma soprattutto il Giappone.
La religione viene affrontata in modo completamente diverso dai due registi. Scorsese ci fa vedere le luci e (soprattutto) le ombre del rapporto con Dio, come ci aveva già abituato in molti dei suoi film. Quindi si nota che il punto di vista è di un cristiano ma traspare anche tutta la sofferenza della fede, la sofferenza del silenzio di Dio.
Gibson si concentra sulla redenzione (Desmond da piccolo aveva quasi ucciso suo fratello), sull’aiutare il prossimo e sulla sofferenza.hacksaw ridge In particolare sulla sofferenza si era già soffermato ne La Passione di Cristo in cui tutte le torture inflitte a Gesù non erano gratuite ma servivano proprio a far trasparire il suo dolore. Sia in Silence che in Hacksaw Ridge i personaggi interpretati da Garfield ad un certo punto quasi si identificano in Gesù Cristo. Anche qui la differenza sta nel fatto che Scorsese non nasconde ma anzi mostra l’arroganza del protagonista, Gibson invece tende a santificarlo.
Ma la differenza più grande tra un regista come Scorsese e uno come Gibson sta in come si rapportano con l’altro, con il diverso. Silence fa capire le ragioni che i giapponesi avevano di opporsi ai padri cristiani che cercavano di convertirli.
In Hacksaw Ridge i giapponesi sono tutti cattivi, tutti dei mostri che non hanno altro scopo se non quello di uccidere in modo spietato gli americani. E il culmine si raggiunge quando il nostro Desmond aiuterà un giapponese ferito, cosa che di per sé è in linea con la filosofia del personaggio ma che se si contestualizza nel quadro dipinto da Gibson dei giapponesi, è veramente troppo.
Fa venire i brividi pensare che arrivati al 2017 ancora ci sia questo modo di rappresentare le cose in bianco o in nero, senza sfumature.
hacksaw ridgeSono note a tutti le preferenze politiche e religiose di Gibson ma questo non basta a giustificare un tale abuso di retorica. Si pensi a un regista come Clint Eastwood[7], un altro di cui son ben noti gli ideali politici, che nonostante tutto gira film come Lettere da Iwo Jima[8] (per restare sul tema giapponesi vs americani) e che anche nei suoi film apparentemente più schierati, come American Sniper[9], riesce ad analizzare i temi trattati con una profondità che in pochi riescono a raggiungere.

Ma veniamo a ciò che più si aspettava: la parte in cui si vede la guerra. A differenza dei precedenti lavori di Gibson, questa volta non si respira l’aria epica a cui eravamo abituati. Non riescono ad essere convincenti neanche le parti di guerra a causa di alcune scene (inspiegabilmente) ai limiti del trash.  Una scena in particolare è talmente grottesca, senza volerlo essere ipotizzo, da strappare ben più di una risata. Sembra uscita direttamente da un film di Sam Raimi[10]. E questo di per se non è un male, considerando che si spinge così tanto sul pedale della violenza da avvicinare il film in un certo senso all’horror, se non fosse che il contesto in cui è inserita è serioso e tutt’altro che grottesco.

Insomma, dopo aver iniziato il 2017 alla grande con quattro film enormi come Silence, Arrival[11], Split[12] e La La Land[13], arriva purtroppo la prima (grandissima) delusione.

 

 

Scritto da: Tomàs Avila.

 

 

Note:

[1] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0472043/?ref_=nv_sr_1 .

[2] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0112573/?ref_=nv_sr_1 .

[3] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0335345/?ref_=nv_sr_1 .

[4] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0490215/?ref_=nv_sr_1 .

[5] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0000217/?ref_=tt_ov_dr .

[6] Link IMDB dell’attore: http://www.imdb.com/name/nm1940449/?ref_=nv_sr_1 .

[7] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0000142/?ref_=tt_ov_dr .

[8] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0498380/?ref_=fn_al_tt_1 .

[9] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt2179136/?ref_=nv_sr_1 .

[10] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0000600/?ref_=nv_sr_1 .

[11] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt2543164/?ref_=nv_sr_1 .

[12] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt4972582/?ref_=nv_sr_1 .

[13] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt3783958/?ref_=nv_sr_1 .