Analisi Enemy

In Analisi film, Cinema, Denis Villeneuve, Tomàs Avila by Tomas AvilaLeave a Comment

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Regia: Denis Villeneuve.
Soggetto: José Saramago.
Sceneggiatura: javier Gullòn.
Musiche: Danny Bensi, Saunder Jurrians.
Direttore della fotografia: Nicolas Bolduc.
Produttore: Fraser Ash, Luc Déry, M.A. Faura, Niv Fichman, Sari Friedland, Francois Ivernel, Kevin Krikst, Victor Loewy, Cameron McCracken, Kim McCraw, Juan Romero, Mark Slone, Isaac Torràs.
Anno: 2013.
Durata: 91’.
Paese: Canada, Spagna, Francia.
Interpreti e personaggi:Jake Gyllenhaal (Adam, Anthony), Mélanie Laurent (Mary), Sarah Gadon (Helen), Isabella Rossellini (madre).

 

Indice:
Introduzione 
Vita privata
Controllo sociale
La tentazione e il ripetersi degli eventi
Lettura Freudiana
Caratteristiche tecniche
In conclusione

INTRODUZIONE 

Enemy è il quinto lungometraggio del regista, che adatta il romanzo “L’uomo duplicato”[1] del premio nobel Josè Saramago[2], nonché l’ultimo realizzato in Canada. È un film importante perché in un certo senso chiude una parte della sua carriera, così come Prisoners, realizzato lo stesso anno, ne apre un’altra: quella hollywoodiana.

Un professore di storia, dopo il divorzio dalla moglie, decide di vivere isolato dal mondo. Un giorno un amico gli consiglia di noleggiare un film in dvd e il professore fa una scoperta sconcertante: una delle comparse presenti nella pellicola è fisicamente identica a lui. Determinato a capire chi sia questo suo doppio, l’uomo cercherà in tutti i modi di scoprire la sua identità ma la ricerca non sarà così semplice e metterà a repentaglio sia la sua esistenza che quella della misteriosa comparsa.  (Da Mymovies)

Con Enemy, Villeneuve realizza il suo film più cervellotico e complicato, un viaggio nel subconscio del protagonista, splendidamente interpretato da Jake Gyllenhaal[3].
EnemySi tratta di una pellicola che richiede più di una visione per essere compresa perché ogni dettaglio è fondamentale per unire tutti i tasselli del puzzle.
Lo stesso Villeneuve ha dichiarato in diverse interviste che il suo intento era quello di realizzare qualcosa che facesse interagire il pubblico.

Enemy infatti rientra perfettamente nella categoria di “mind game films”. Per me i riferimenti principali per capire bene come funziona il film in questione sono le opere di David Lynch, in particolare Mulholland Drive[4] e Strade Perdute[5]. Infatti, nonostante siano in realtà lontanissime da Enemy, è simile il modo in cui si affronta la psicologia del protagonista, il suo subconscio.

Partiamo col dire che la trama che ho riportato all’inizio (e che si trova più o meno da ogni parte) non è accurata. È la descrizione della parte iniziale del film ma se si vuole fare un’analisi più approfondita, è giusto riportare la vera trama. Villeneuve in diverse occasioni ha detto che, quando qualcuno gli chiede di spiegare il film, lui risponde così:

“You know what, this movie is a very simple story, it’s a man who decides to leave his mistress and go back to his wife, and we see this story from his subconscious point of view.” (“la storia è molto semplice: un uomo decide di lasciare la sua amante per tornare dalla sua moglie e noi vediamo questa storia dal punto di vista del suo subconscio”)[6].

EnemyQuesto è il punto di partenza e già da qui capiamo che il protagonista è solo uno (lo chiamerò Jake per comodità), non esistono due sosia in realtà. Nella sua mente però, e ribadisco che noi vediamo il tutto come se fossimo dentro alla sua testa, è effettivamente diviso in due parti.
Le letture possibili sono diverse ma per comprendere il film bisogna procedere come per i due capolavori di Lynch, con la differenza che in questo caso il meccanismo è più immediato. Nelle opere di Lynch i personaggi cambiavano anche aspetto fisico, in Enemy le due parti hanno lo stesso volto.
Posto che il protagonista è uno solo, notiamo che le due parti sono completamente differenti, se non opposte.

Il professore è apparentemente frustrato, non cura il suo aspetto, conduce una vita routinaria, ha un appartamento spoglio e triste come la sua vita. Al contrario l’attore si veste bene, cura la sua forma fisica ma soprattutto è un attore e, come scopriamo in seguito, Jake ha sempre sognato di esserlo. Nonostante siano fisicamente identici, caratterialmente sono completamente diversi.
Per me quello reale tra i due è il professore, mentre l’attore è ciò che vorrebbe essere.

Ma cosa provoca questo sdoppiamento di personalità? La paura più grande che ha il protagonista, un’ossessione che si ripete in diverse forme nel corso del film: il controllo, simbolicamente rappresentato dal ragno.
La sua paura più grande è quella di non essere più libero, di essere controllato. Ormai questa è la lettura di Enemy approvata più o meno da tutti. Per me però il tema del controllo viene sviluppato sia per quanto riguarda la sua vita privata, sia per quanto riguarda il vivere in società.

 

VITA PRIVATA 

Nella vita privata del protagonista, la sua paura è quella di vedersi privato della libertà a causa della moglie e del figlio che sta per nascere. Vede la famiglia come una prigione che gli impedisce di fare ciò che vuole. Jake infatti è infedele, non resiste alla tentazione di stare con altre donne, quindi vede la moglie come qualcuno che cerca di controllarlo.
Enemy
Sua moglie non è però l’unica donna che lo controlla, c’è anche sua madre. Le due si fondono nella metafora del ragno.
Villeneuve ha affermato che il ragno gigante che sovrasta Toronto si ispira a “Maman”[7], la scultura di Louise Borgeois[8] situata in Ontario. La forma è la stessa ma non solo, la scultura allude infatti alla forza della madre dell’artista.
Il tema del controllo si può estendere alle donne in generale, dalle quali Jake teme di essere sottomesso.

 

CONTROLLO SOCIALE 

A parer mio il tema del controllo può essere esteso anche alla società in cui vive Jake.
Il film è ambientato a Toronto e le riprese in cui vediamo gli edifici della città abbondano. Ciò che colpisce è l’opposizione tra la geometria opprimente delle forme della città e l’atmosfera che si respira, quasi post apocalittica. I colori sono sempre virati verso il giallo, il cielo non è mai blu a causa dello smog. Quando si vede il film sembra quasi di respirare quest’aria pesante. Bisogna notare inoltre che il libro era ambientato negli anni ’80, mentre la pellicola è stata traslata ai nostri tempi. EnemyVilleneuve ha dichiarato di aver voluto inserire nella storia la tecnologia (i computer, i cellulari…) e ciò si può facilmente collegare al tema del controllo e ad un’altra tematica: quella dell’ansietà e dell’infelicità di chi vive nella società moderna.
Jake sente il peso di una società che lo sottomette e lo opprime e ciò si capisce se si fa attenzione a diversi dettagli seminati dal regista nel corso della storia. Per prima cosa, ricorrono inquadrature dei fili elettrici dei tram che rimandano alla forme della ragnatela e del ragno, quindi al tema del controllo. C’è poi una scena in cui Jake cammina in una galleria e vediamo dei murales che rappresentano degli impiegati vestiti tutti uguali che fanno il saluto romano. Questa scena si ricollega a quelle in cui Jake tiene le lezioni di storia in università. Lezioni in cui parla delle dittature e delle forme di controllo.

Insomma la paura di aver perso la propria libertà è una vera e propria ossessione per il protagonista.
La scena più esplicativa però è quella in cui vediamo il ragno gigante camminare sopra alla città, facendo capire che non si tratta più solo della sua vita privata e che il controllo si estende a livello sociale.

 

LA TENTAZIONE E IL RIPETERSI DEGLI EVENTI 

Nella prima scena del film vediamo Jake recarsi in un night club. Notiamo che al dito ha l’anello e che quindi si tratta di Jake attore, la sua parte infedele. All’interno del night club, una spogliarellista entra in scena con un vassoio coperto e quando toglie il coperchio, scopriamo che sotto c’è un ragno. Dopo aver messo il vassoio a terra, muove il piede verso il ragno con l’intenzione di schiacciarlo. Anche in questa scena ritorna la metafora del ragno-donna-controllo. Il ragno viene schiacciato perché Jake, trovandosi in un night club, è sfuggito al controllo della moglie. La scena descritta rappresenta quindi la tentazione e l’infedeltà del protagonista che, non a caso, ha le sembianze dell’attore.

Alla fine del film, nello scontro tra le due parti di Jake, ha la meglio quella del professore. Jake attore viene infatti ucciso (sempre all’interno del suo subconscio) in un incidente stradale, in cui muore anche l’amante.
EnemyIl protagonista, eliminata la sua parte infedele e libera, si rassegna e decide di sottostare alla moglie.
Tuttavia, negli ultimi minuti, trova una busta (già comparsa più volte nel corso del film) contenente una chiave che permette l’accesso al misterioso night club. Immediatamente Jake cede alla tentazione, dicendo alla moglie che di notte sarà occupato. La moglie però non risponde, quindi Jake si reca in camera da letto, dove però trova un ragno gigante. La donna si rivela per ciò che è realmente (nella mente del protagonista).
Il film si chiude su un primo piano di Jake, la cui espressione lascia spazio a diverse interpretazioni.
È tornata la parte infedele? Oppure l’espressione che vediamo sul suo viso è rassegnazione a una vita di sottomissione?

Villeneuve, che sembra non voler lasciare una questione irrisolta, ci da la risposta:
“There is a finality, and it’s a very dramatic one.  It’s the saying that “repetition is hell.” It’s that the character can’t escape his own shadows.  That for me is the worst ending I can ever imagine, because as a man, I love to think that I can evolve!”[9]
Ciò si ricollega (ancora una volta) alle lezioni di storia in cui il professore parla di Hegel e Marx:
“è stato Hegel a dire che tutti i grandi avvenimenti mondiali accadono due volte. E poi Karl Marx aggiunse che la prima volta era una tragedia, mentre la seconda una farsa”.

 

LETTURA FREUDIANA 

Accenno soltanto a questa interpretazione. Come è possibile fare per i film di Lynch, anche con Enemy si possono applicare i concetti di Es, Io e SuperIo[10]. Abbiamo infatti tre parti in causa: il professore rappresenta l’Io, l’attore rappresenta l’Es e il ragno-donna rappresenta il superIo. EnemySono delle associazioni piuttosto immediate e, dopo aver abbondantemente parlato dei vari personaggi, ne spiegherò velocemente il motivo. L’attore si lascia andare alle sue pulsioni, è governato dal principio di piacere. La madre e la moglie rappresentano l’insieme dei divieti sociali sentiti dalla psiche come costrizione e impedimento alla soddisfazione del piacere. Il professore infine è la coscienza mediatrice tra l’es e il superIo.

 

CARATTERISTICHE TECNICHE 

Ora che abbiamo finito con l’analisi e la spiegazione della storia, passiamo al comparto tecnico. C’è poco da dire, ancora una volta Villeneuve realizza un film tecnicamente perfetto ma specialmente in cui tutto è in funzione del contenuto. Dalla fotografia in cui domina il giallo asfissiante alla regia e il montaggio che procedono sempre con la calma e la lentezza adatte a una storia di questo tipo.
Anche i pochi effetti speciali presenti vengono utilizzati sapientemente.
Va poi detto che Jake Gyllenhall offre una delle sue migliori interpretazioni. Un livello del genere lo ha raggiunto soltanto ne Lo sciacallo[11].

 

IN CONCLUSIONE 


Enemy è uno dei migliori film del regista canadese, un thriller psicologico complicato ma sempre comprensibile. Ancora una volta l’impostazione scientifica di Villeneuve si fa notare e tutto è perfetto, tutto è
realizzato come fosse un’espressione matematica in cui vanno soltanto messi in ordine i termini.
Come lui stesso ha dichiarato si tratta del suo film più personale e, guardando la sua filmografia, va accostato al suo secondo lungometraggio: Maelstrom, il più simile tra tutti. Si vedono i passi avanti fatti da Villeneuve nel corso degli anni.
EnemyI modelli a cui guarda sono abbastanza chiari e vanno da Kubrick[12] (da lui citato in alcune interviste) al più ovvio Lynch che in quanto a doppelganger, subconscio e sdoppiamenti di personalità resta inarrivabile.
Nonostante le atmosfere dei suoi film siano molto diverse da quelle di Enemy ci sono varie somiglianze. Oltre a quelle già dette, il night club (che è posizionato al centro della storia che continua a ripetersi) mi ha ricordato il Club Silencio di Mullholand Drive ma allo stesso tempo l’ho visto come un rimando alla società segreta di Eyes Wide Shut[13].
La cosa che mi lascia interdetto però è il fatto che il regista abbia spiegato, nelle varie interviste, praticamente tutto ciò che c’è da dire riguardo alla soluzione di questo puzzle. È come se avesse prima mescolato i tasselli per poi rimetterli in ordine. Ma a parte questa parentesi, Enemy entra a pieni voti nella top 3 di Villeneuve, insieme ai prossimi due film: Prisoners e Sicario.

 

 

Scritto da: Tomàs Avila.

 

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Note:

[1] Link Wikipedia del libro: https://it.wikipedia.org/wiki/L%27uomo_duplicato .

[2] Link Wikipedia dello scrittore: https://it.wikipedia.org/wiki/Jos%C3%A9_Saramago .

[3] Link IMDB dell’attore: http://www.imdb.com/name/nm0350453/?ref_=nv_sr_1 .

[4] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0166924/?ref_=nv_sr_1 .

[5] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0116922/?ref_=fn_al_tt_1 .

[6] Link all’intervista: http://badfeelingmag.com/2014/03/11/enemy/ .

[7] Link Wikipedia della scultura: https://en.wikipedia.org/wiki/Maman_(sculpture) .

[8] Link Wikipedia dello scultore: https://en.wikipedia.org/wiki/Louise_Bourgeois .

[9] Link all’intervista: http://www.filmcomment.com/blog/interview-denis-villeneuve/ .

[10] Breve approfondimento: http://www.archetipi.org/psicologia/es-io-e-superio

 

[11] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt2872718/?ref_=fn_al_tt_4 .

[12] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0000040/?ref_=nv_sr_1 .

[13] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0120663/?ref_=nm_flmg_dr_1 .