Monografia di Michael Mann. Parte 1- Introduzione.

In Michael Mann, Tomàs Avila by Tomas AvilaLeave a Comment

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BIOGRAFIA

Michael Mann è nato il 5 febbraio 1943 a Chicago, in una delle zone peggiori della città. Studia all’università del Wisconsin. A seconda delle fonti, i film che hanno probabilmente acceso l’interesse di Mann per il cinema sono stati La via senza gioia[1] di Pabst[2] o Il dottor Stranamore[3] di Kubrick[4]. A metà dei ’60 si trasferisce in Inghilterra e si iscrive alla London Film School. Rimane in Europa per qualche anno e realizza dei documentari, in particolare Insurrection, incentrato sulle rivolte studentesche del ’68 a Parigi. Nel 1972 torna in America. Gira il documentario 17 Days Down the Line.

Michael mann

Michael Mann, London Film School, 1967.

In seguito inizia a scrivere sceneggiature e si avvicina al mondo televisivo. Lavora alla serie Police Story e scrive il pilot della serie Vega$[5] (della quale gira anche il pilot). Scrive anche degli episodi per Starsky and Hutch[6]. La serie per cui però resterà più famoso è sicuramente Miami Vice[7]. Nel ’78 collabora alla sceneggiatura di Vigilato Speciale[8] e l’anno seguente debutta con il lungometraggio per la TV The Jericho Mile. È la nascita di uno dei più grandi registi contemporanei.
Michael Mann ha una figlia, Ami Canaan Mann[9], anche lei regista di film come Le paludi della morte[10].
Mann è sempre stato un regista poco riconosciuto e poco compreso. Non è mai stato annoverato tra i nomi più celebri dei registi americani, nonostante abbia girato diversi film molto noti.

 

FILMOGRAFIA

Tratteremo qui soltanto i film girati da Mann, non le serie TV.

-Insurrection, 1968 (documentario)
-Jaunpuri, 1972 (cortometraggio)
-17 Days Down the line, 1972 (cortometraggio documentario)
La corsa di Jericho, 1979 (film TV)
Strade violente, 1981
The Keep- La fortezza, 1983
Manhunter-Frammenti di un omicidio, 1986
-Sei solo, agente Vincent, 1989 (film TV)
-L’ultimo dei Mohicani, 1992
-Heat-La sfida, 1995
-Insider-Dietro la verità, 1999
-Alì, 2001
-Collateral, 2004
-Miami Vice, 2006
-Nemico pubblico- Public Enemies, 2009
-Blackhat, 2015

 

DUE GENERAZIONI

Come ha sottolineato Alessandro Borri nel suo libro dedicato al regista, è difficile collocare Michael Mann all’interno del panorama americano. Il suo primo film per la televisione, The Jericho Mile, è del 1979. Il suo primo film per la televisione, Strade Violente, è del 1981. Nello stesso anno sono usciti La casa[11] di Sam Raimi[12] e Pirana paura[13] di James Cameron[14]. Tre anni dopo sarebbero emersi i fratelli Coen[15] con Blood Simple- Sangue facile[16]. Parliamo della generazione dei registi post moderni che arriverà poi a Quentin Tarantino[17].
Eppure, se si fa caso a quando sono nati questi registi (nel 1954 Cameron, nel 1959 Raimi, rispettivamente nel 1954 e 1957 Joel ed Ethan Coen) si nota che Mann non appartiene affatto a questa generazione, essendo nato nel 1943. Anagraficamente è più vicino ai “movie brats”, i ragazzacci della nuova Hollywood come Martin Scorsese[18], Brian de Palma[19], Francis Ford Coppola[20] e via dicendo, registi i cui primi lungometraggi risalgono agli anni ’60. Una differenza di quasi 15 anni rispetto a Michael Mann.
Va detto però che nel 1968 Mann realizzò, mentre era a Parigi, un documentario chiamato Insurrection riguardante proprio i moti sessantottini.
Insomma per i motivi già detti e anche per il fatto che Mann non è stato subito riconosciuto come un grande regista, anzi tutt’ora in molti non lo considerano tale (sono più conosciuti i suoi film che il suo nome), viene difficile collocarlo tra queste due generazioni di registi. Sicuramente è emerso negli anni ’80 ed è stato molto influente in quel periodo. Si può dire che a lui si devono varie tendenze e stilemi nati in quegli anni e continuate in seguito. Si pensi ad esempio alla sua esperienza televisiva con serie come Miami Vice o all’influenza che Manhunter avrà sul genere thriller (in particolare sulle serie tv thriller).
Nonostante sia tipicamente anni ’80, Mann sembra più vicino ai suddetti registi degli anni ’70.
Prendiamo uno dei caratteri tipici del post-moderno: il citazionismo. I film dei Coen, del De Palma degli anni ’80 e soprattutto di Tarantino vivono di citazioni e rimandi al passato. In Michael Mann questa dimensione è molto meno presente, quasi assente.

I “movie brats” (da sinistra a destra): Steven Spielberg, Martin Scorsese, Brian de Palma, George Lucas, Francis Ford Coppola.

È più interessato invece a rielaborare, secondo il suo punto di vista sempre distinguibile, i generi americani per eccellenza, spaziando dal

western con L’ultimo dei mohicani e Nemico Pubblico al (neo-)noir di Heat, dal gangster movie di Nemico Pubblico al film sportivo con Ali e The Jericho Mile, fino alla sua breve incursione nell’horror con The Keep- La fortezza. Ha rielaborato molti generi, nonostante quello su cui si è più soffermato sia il thriller/noir.
Il cinema di Mann può, forse, essere visto come una sintesi di tre epoche cinematografiche americane: quella classica, quella moderna e quella post-moderna.

 

LO STILE

I film di Mann sono immediatamente riconoscibili. In primo luogo si tratta quasi sempre di film di genere, motivo per il quale è spesso stato trascurato e maltrattato da chi ancora divide nettamente cinema “alto” da cinema “basso”.
Quello che si nota subito nei film del regista, specialmente nei thriller/noir, è il modo in cui i tempi vengono dilatati. Chi si aspetta film in cui la componente action è preponderante, rimane deluso da opere come Miami Vice o Blackhat.

michael mann

La macchina da presa “attaccata” ai personaggi.

L’azione è contenuta ma è presente e quando scoppia, avviene con sequenze memorabili. Mann dilata i tempi per concentrarsi maggiormente sui personaggi, il vero perno attorno al quale girano tutti i suoi film. I personaggi in Mann contano più di ogni altra cosa, anche più della storia che viene raccontata. Blackhat per esempio, è stato aspramente criticato per via della sceneggiatura “debole” ma, ancora una volta, questa passa in secondo piano lasciando spazio ai personaggi.
Si tratta di personaggi umani, complessi, spesso in conflitto con altri e con loro stessi. In molti film del regista ci sono delle coppie di personaggi (The Heat, Manhunter, Collateral, Miami Vice per esempio) in forte conflitto, per certi versi agli antipodi ma in realtà molto più vicini di quanto credano.
Importante è anche la componente sentimentale, spesso presente e sempre trattata con attenzione e profondità.
Per quanto riguarda le caratteristiche più tecniche, va detto che Mann è un perfezionista. Ascoltando le interviste delle persone che hanno collaborato con lui nel corso degli anni, Dante Spinotti (fidato direttore della fotografia) su tutti, ci si può fare un’idea del personaggio. È il classico regista in grado di girare una stessa scena venti volte prima di esserne soddisfatto.
Vuole mantenere il pieno controllo sui suoi film e per questo, oltre che regista, è anche produttore, in più casi operatore di macchina e in Ali addirittura compositore. Se sa che su un film potrebbe non avere il pieno controllo, rifiuta in partenza di farlo.

michael mann

La città di notte in (dall’alto al basso): Strade violente (1981), Manhunter (1986), Heat (1995), Collateral (2004), Miami Vice (2006).

Per questi motivi la sua filmografia non è così vasta, passa sempre qualche anno da un’opera all’altra (addirittura sei anni da Nemico Pubblico a Blackhat).
La sua regia è molto meno virtuosistica rispetto a quella di alcuni suoi colleghi come Brian de Palma, Martin Scorsese e via dicendo. Non troviamo quasi mai i lunghissimi piani sequenza che hanno reso celebri questi registi, né movimenti di macchina particolarmente complessi. È uno stile molto composto ma non per questo meno distinguibile. Se la prima parte della sua carriera è dominata dalle luci al neon (dalla serie tv Miami Vice a Manhunter, senza dimenticarsi di Strade Violente che molto ricorda il Nicolas Winding Refn[21], un altro fanatico dei neon, di Drive[22]), la seconda è volta all’iper-realismo. La macchina da presa segue i personaggi nei loro movimenti, si pensi alle sparatorie di Miami Vice o Nemico Pubblico in cui sta letteralmente addosso ai personaggi. Non sorprende infatti che in Blackhat siano state usate anche delle GoPro nelle scene d’azione.
Un’altra caratteristica che accomuna quasi tutti i film del regista è la rappresentazione delle città, delle metropoli, specialmente di notte (altro motivo per cui prima ho citato Drive). Sembra quasi che le ambientazioni vengano prima della storia narrata. Parla chiaro il fatto che il passaggio di Mann al digitale sia avvenuto soprattutto per la sua volontà di immortalare la Los Angeles notturna in modo iper-realistico, cosa che la pellicola non gli avrebbe permesso di fare. A ciò si collega una fotografia, nei suoi film post Ali,  spesso sporca e sgranata, cosa che sorprende in prodotti che possono essere considerati, se non blockbuster, ad alto budget.

Questa breve panoramica serve ad introdurre il cinema di Michael Mann nel suo complesso. In seguito, occupandoci delle singole opere, approfondiremo i vari caratteri. Un aspetto però merita particolare attenzione e va approfondito singolarmente: il rapporto con il digitale.

 

 

DIGITALE

Il nome di Michael Mann è solitamente affiancato al cinema digitale. Ormai da anni si parla dei pro e dei contro del metodo analogico (la pellicola) e quello digitale. Ogni regista la pensa a suo modo e si sono venuti a creare due “schieramenti” opposti.

Alcuni tra i più celebri sostenitori della pellicola, ovvero: Quentin Tarantino, Christopher Nolan e Wes Anderson.

Tra i sostenitori della pellicola ci sono personaggi di spicco come Quentin Tarantino (che per The Hateful Eight[23] non si è accontentato della semplice pellicola ma è andato a rispolverare un formato ormai scomparso da anni), Christopher Nolan[24] e Wes Anderson[25].
A sostegno del digitale troviamo invece registi come David Lynch[26] (con Inland Empire[27], il suo ultimo film), David Fincher[28] e, ovviamente, Michael Mann.
Vale la pena di fare una breve digressione e riassumere la storia del digitale al cinema. Se inizialmente si pensava al digitale soprattutto per quanto riguarda gli effetti speciali e la post-produzione, da metà degli ’80 la Sony iniziò a produrre le prime videocamere digitali. Iniziarono così ad essere realizzati i primi film in digitale, come Julia and Julia[29] dell’italiano Peter Del Monte[30], il primo film ad aver sfruttato questa tecnologia. È sul finire degli anni ’90 e l’inizio dei 2000 però che iniziano ad essere realizzati più film in digitale.
In particolare in Europa, grazie soprattutto al movimento Dogma 95[31], registi come Lars Von Trier[32] e Thomas Vinterberg[33] girano film quali Idioti[34], Festen[35] e Dancer in the Dark[36]. Si tratta però di produzioni low budget.

Julia and Julia, del 1987, è il primo lungometraggio girato in digitale ad alta definizione.

Con Vidocq[37] (costato circa 152000000 FRF) e 28 Giorni Dopo[38] (costato circa 8 milioni di dollari) iniziano ad aumentare i budget, sempre però restando all’infuori delle grandi produzioni.
Un passo decisivo verso l’era digitale del cinema viene fatto nel 2002 da George Lucas[39] con Star Wars: episodio II- L’attacco dei cloni[40], il terzo film girato interamente con una videocamera digitale 24p (dopo Jackpot[41] e il già citato Vidocq), rivoluzionando il mondo del cinema per la seconda volta dopo il primo Guerre Stellari[42] del 1977.
Due anni dopo, nel 2004, il nostro Michael Mann gira Collateral, il suo primo film in cui il digitale inizia ad assumere un ruolo fondamentale, nonché uno dei primi “blockbuster” (è costato 65 milioni di dollari) realizzati in questo modo. A dire il vero già nel 2001 con Ali aveva avuto modo di sperimentare questa “nuova” tecnologia, girando alcune scene in digitale. Collateral tuttavia, da questo punto di vista, è molto più importante sia per la quantità di scene girate in digitale (circa l’80%) sia perché questa tecnologia inizia ad essere utilizzata per ottenere degli effetti ben precisi.
Se un regista come George Lucas è stato attratto dal digitale più che altro per quanto riguarda gli effetti speciali, Mann ha pensato a un utilizzo in linea con il suo stile. Le ambientazioni metropolitane notturne caratterizzano molti film di Mann, si pensi a Strade violente, Manhunter, The Heat per fare degli esempi.
Il regista, nella realizzazione di Collateral, vede il digitale come un mezzo indispensabile per dare al film l’aspetto che si immaginava e che la pellicola non avrebbe potuto dare. Il digitale gli permette di mostrare Los Angeles di notte come nessuno aveva fatto prima, con uno stile iper-realistico che lo contraddistinguerà nei successivi film.
Se Collateral è il film che segna la svolta, Miami Vice è la conferma di questa nuova caratteristica stilistica di Mann che porta alle estreme conseguenze ciò che aveva iniziato nel 2004.Nemico Pubblico, come vedremo, è interessante proprio per quella che potrebbe sembrare una contraddizione: l’utilizzo della tecnologia digitale per realizzare un film d’epoca.
Con Blackhat, ultimo film del regista, Mann continua a sperimentare con il digitale (utilizzando in alcune scene addirittura delle GoPro) noncurante del fallimento commerciale di Miami Vice. Sarà infatti il flop più grande della sua carriera.

Abbiamo dedicato così tanto spazio al rapporto di Mann con il digitale perché è stato uno dei pionieri di questo nuovo modo di fare cinema, nonché uno di quelli che ha saputo maggiormente comprenderne le potenzialità. Basandoci sul grafico possiamo capire quanto sia stato coraggioso il regista (e anche i produttori) ad affidare un progetto così costoso, dopo il fallimento al botteghino di Ali, realizzato in digitale. Adesso ormai le voci fuori dal coro sono quelle dei registi che continuano a difendere la pellicola. Fa sempre scalpore la decisione di un Nolan o di un Tarantino ma sono in pochi ad essere così famosi da potersi permettere questo privilegio. Nel 2004 però meno del del 5% dei maggiori incassi USA erano stati realizzati in digitale.
Va poi detto che Mann, a differenza di molti altri, non ha mai cercato di ricreare la pellicola attraverso il digitale, anzi ha sempre esasperato le caratteristiche tipiche del nuovo mezzo, quelle che più potevano infastidire i detrattori. Non ha mai avuto paura di mostrare delle riprese notturne sgranate e con un rumore molto evidente perché erano necessarie per ottenere il realismo che cercava.
In un certo senso possiamo considerare Mann il più grande regista del cinema digitale.

 

 

Continua…

 

 

Scritto da: Tomàs Avila.

 

 

Note:

[1] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0015842/?ref_=nv_sr_1 .

[2] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0655065/?ref_=tt_ov_dr .

[3] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0057012/?ref_=nv_sr_2 .

[4] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0000040/?ref_=tt_ov_dr .

[5] Link IMDB della serie Tv: http://www.imdb.com/title/tt0077093/?ref_=fn_al_tt_1 .

[6] Link IMDB della serie Tv: http://www.imdb.com/title/tt0072567/?ref_=fn_al_tt_1 .

[7] Link IMDB della seria Tv: http://www.imdb.com/title/tt0086759/?ref_=nv_sr_2 .

[8] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0078326/?ref_=nv_sr_1 .

[9] Link IMDB della regista: http://www.imdb.com/name/nm0542642/?ref_=fn_al_nm_1 .

[10] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt1389127/?ref_=nm_knf_i2 .

[11] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0083907/?ref_=nv_sr_2 .

[12] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0000600/?ref_=tt_ov_dr .

[13] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0082910/?ref_=nv_sr_1 .

[14] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0000116/?ref_=tt_ov_dr .

[15] Link IMDB dei registi: http://www.imdb.com/name/nm0001054/?ref_=nv_sr_1 .

[16] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0086979/?ref_=nv_sr_1 .

[17] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0000233/?ref_=nv_sr_1 .

[18] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0000217/?ref_=nv_sr_1 .

[19] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0000361/?ref_=nv_sr_1 .

[20] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0000338/?ref_=nv_sr_1 .

[21] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0716347/?ref_=nv_sr_1 .

[22] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0780504/?ref_=nm_knf_i2 .

[23] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt3460252/?ref_=nv_sr_1 .

[24] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0634240/?ref_=nv_sr_1 .

[25] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0027572/?ref_=nv_sr_1 .

[26] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0000186/?ref_=nv_sr_1 .

[27] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0460829/?ref_=nm_flmg_wr_8 .

[28] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0000399/?ref_=nv_sr_1 .

[29] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0093092/?ref_=nv_sr_8 .

[30] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0215659/?ref_=tt_ov_dr .

[31] Link Wikipedia del movimento: https://it.wikipedia.org/wiki/Dogma_95 .

[32] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0001885/?ref_=nv_sr_1 .

[33] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0899121/?ref_=nv_sr_1 .

[34] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0154421/?ref_=nv_sr_2 .

[35] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0154420/?ref_=nv_sr_1 .

[36] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0168629/?ref_=nv_sr_1 .

[37] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0164961/?ref_=nv_sr_1 .

[38] Link IMDB del film:  http://www.imdb.com/title/tt0289043/?ref_=nv_sr_1 .

[39] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0000184/?ref_=nv_sr_2 .

[40] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0121765/?ref_=fn_al_tt_1 .

[41] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0261755/?ref_=fn_al_tt_3 .

[42] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0076759/?ref_=nv_sr_1 .