Recensione Ghost in the Shell

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Regia: Rupert Sanders.
Soggetto: Shirow Masamune.
Sceneggiatura: Jamie Moss, William Wheeler, Ehren Kruger.
Musiche: Lorne Balfe, Clint Mansell.
Direttore della fotografia: Jess Hall.
Produttore: Paramount Pictures, DreamWorks, Reliance Entertainment, Shanghai Film Group, Huahua Media, Arad Productions, Steven Paul Production, Grosvenor Park Productions, Seaside Entertainment, Weying Galaxy Entertainment.
Anno: 2017.
Durata: 107’.
Paese: USA, India, Cina, Giappone, Hong Kong, UK, Nuova Zelanda, Canada, Australia.
Interpreti e personaggi: Scarletto Hohansson (Maggiore), Pilou Asbaek (Batou), Takeshi Kitano (Aramaki), Juliette Binoche (Dr. Ouelet), Michael Pitt (Kuze), Chin Han (Togusa).

 

Ghost in the Shell, per la regia di Rupert Sanders, è l’adattamento live action dell’omonimo capolavoro dell’animazione firmato Mamoru Oshii[1].
Potremmo passare ore a spiegare l’importanza del film del 1995, uno dei più grandi capolavori cyberpunk, degno di essere affiancato a film come Blade Runner[2], Akira[3] e Tetsuo[4]. Una pellicola complessa, densa di riferimenti filosofici e religiosi, colma di riflessioni sulla tecnologia e sull’anima. Qualcosa di veramente unico e insuperato, diventato con gli anni un cult, influenzando registi come le sorelle Wachowski[5].

Seguendo l’ondata di remake/reboot hollywoodiani, si è pensato bene di rifare l’opera di Oshii in versione americana.
ghost in the shellLe prime immagini rilasciate facevano sperare bene ma una serie di informazioni già facevano presumere il disastro che ne è venuto fuori.
Partiamo dal regista: Rupert Sanders. Escludendo il film di cui parliamo, ha all’attivo un solo lungometraggio, ovvero Biancaneve e il cacciatore[6]. Affidare un progetto così complesso a un regista con così poca esperienza (e dal dubbio talento) è in partenza un suicidio.
Passiamo poi al certificato PG-13. Ovviamente, trattandosi di un blockbuster da circa 110 milioni di dollari, si è pensato bene di renderlo disponibile a quanto più pubblico possibile e così facendo la libertà degli sceneggiatori è stata notevolmente limitata.

In ogni caso, qualcosa di buono sembrava esserci: la presenza di Takeshi Kitano[7], una resa visiva che, per quello che si era visto, sembrava molto convincente.

Sono arrivate le immancabili polemiche riguardo al whitewashing del cast, tutti se la sono presa per la scelta di Scarlett Johansson[8] come protagonista senza capire che, tra tutti i problemi, quello era sicuramente il meno preoccupante. Anzi, non c’era proprio niente di male nella scelta di un’attrice bianca.

Veniamo al dunque: il film di Sanders è un disastro colossale, da ogni punto di vista. Anche gli incassi parlano chiaro: 163 milioni di dollari contro ai 110 di budget.

Ma andiamo per passi, cercando di spiegare il motivo di tale disastro.

ghost in the shellChi si aspettava di ritrovare la componente più seria e riflessiva del film di Oshii, è rimasto ovviamente deluso. Niente di sorprendente, era ovvio che tutta la parte più filosofica si sarebbe persa.
Il problema però non è questo. Avrebbero potuto realizzare a questo punto un film di puro intrattenimento, con molta più azione, tralasciando completamente i risvolti più seri.
La cosa scandalosa è che qualche accenno alle riflessioni sull’anima del Ghost in the shell originale è stato fatto, con la differenza che la filosofia che ne stava alla base è stata completamente gettata nel cestino.

Il conflitto interiore della protagonista, il suo fondersi con il burattinaio dando vita a un nuovo tipo di essere vivente (?) è stato trasformato in un banalissimo scontro tra la protagonista buona e il governo cattivo che ha fatto sperimenti eticamente discutibili sui ribelli. Tutto è stato convertito in chiave tipicamente americana, tanto che il solo fatto che il film di Sanders porti lo stesso nome di quello di Oshii è un insulto al capolavoro del 1995.
Tutti i tentativi di dare un minimo di profondità alla storia sono quindi andati in fumo, scadendo il più delle volte nel ridicolo involontario.

Ma anche se si volesse tralasciare questo aspetto, il film in ogni caso non regge per altri motivi.
Il ritmo è fin troppo lento (il che, se fosse giustificato, non sarebbe un problema), le scene d’azione non sono affatto convincenti, a causa soprattutto di un uso smodato del ralenti e la storia, che mescola elementi del film del 1995, del sequel Ghost in the Shell 2: Innocence[9] e della serie animata, banalizza ogni cosa, rendendo prevedibili gli sviluppi fin dall’inizio.
ghost in the shellPer non parlare poi di come certe scene e inquadrature del primo film (le più famose, casualmente) sono riprese, copiate e incollate giusto per mero fan service.

L’unica cosa che si salva, in parte, è l’aspetto visivo ma non basta assolutamente a risollevare il resto.

In sostanza: un totale fallimento. E pensare che, a quanto pare, questo dovrebbe essere il primo capitolo di una saga. Speriamo che la tiepida accoglienza che il film ha ricevuto faccia capire ai produttori che certi capisaldi non dovrebbero essere toccati o che almeno, se proprio si sente la necessità di farne una versione americana, che il progetto sia affidato a gente competente, in grado quantomeno di rispettare l’originale.

Da anni si parla di un remake americano di Akira, a questo punto si spera che non venga mai realizzato.

 

Scritto da: Tomàs Avila.

 

Note:

[1] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0651900/?ref_=nv_sr_1 .

[2] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0083658/?ref_=nv_sr_2 .

[3] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0094625/?ref_=nv_sr_1 .

[4] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0096251/?ref_=nv_sr_1 .

[5] Link IMDB dei registi: http://www.imdb.com/name/nm0905152/?ref_=nv_sr_1 .

[6] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt1735898/?ref_=nv_sr_1 .

[7] Link IMDB dell’attore: http://www.imdb.com/name/nm0001429/?ref_=nv_sr_1 .

[8] Link IMDB dell’attrice: http://www.imdb.com/name/nm0424060/?ref_=nv_sr_1 .

[9] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0347246/?ref_=nv_sr_3 .