Prima di cominciare avviso i lettori che sono presenti molti spoiler, necessari per analizzare al meglio i film presi in considerazione
ELENCO DELLE OPERE
–The Phantom of Regular Size, 1986
–Le avventure del ragazzo dal palo elettrico, 1987
–Tetsuo: The Iron Man, 1989
–Tetsuo II: Body Hammer, 1992
-Tetsuo: The Bullet Man, 2010
Regia: Shinya Tsukamoto.
Soggetto: Shinya Tsukamoto.
Sceneggiatura: Shinya Tsukamoto.
Direttore della fotografia: Shinya Tsukamoto.
Produttore: Kaijyu Theater.
Anno: 1986.
Durata: 18’.
Paese: Giappone.
Interpreti e personaggi: Taguchi Tomorowo (impiegato), Shinya Tsukamoto, Nobu Kanaoka, Kei Fujiwara.
Si tratta di un cortometraggio di 18 minuti, girato in pellicola a colori super 8 con un budget praticamente nullo. Non si tratta del primo lavoro del regista che aveva iniziato a girare piccoli filmini fin da quando era quattordicenne. La cosa sorprendente è che, prima di realizzare il cortometraggio in questione, aveva già prodotto alcuni lungometraggi (tutti in super 8) anche se lo stile era molto diverso dai suoi successivi lavori, e, a suo dire, si ispirava a Kurosawa. Nel 1979, dopo aver girato “Flying Lotus Flower”[1] si era fermato per qualche anno, dedicandosi agli spot pubblicitari.
Passati circa 7 anni, nel 1986, Tsukamoto ritorna ai suoi progetti, fonda il Kaijyu Theater (una compagnia teatrale con cui realizzerà i suoi lavori) e gira “The Phantom of Regular Size”, il primo vero e proprio capitolo della saga di Tetsuo, anche se ancora non si chiama così.
La storia è quella di un uomo qualsiasi che inizia ad essere inseguito da un mutante con una mano di metallo. Dopo essere stato aggredito, il protagonista comincerà un processo di mutazione che lo porterà a diventare un uomo di metallo.
Troviamo qui alcuni degli elementi che poi verranno sviluppati nei successivi film. Per prima cosa la storia di base, quella del processo di mutazione, è ciò che unisce tutti gli episodi (con l’eccezione de “Le avventure del ragazzo dal palo elettrico”). Altro punto di contatto è il fatto che qualcuno da la caccia al protagonista e da qui partirà la trasformazione. I due temi verranno ampliati rispettivamente in “Tetsuo” e “Tetsuo II”.
Si percepisce poi, come sottotesto, la tematica della metropoli opprimente e della vita che si conduce nella metropoli, meccanica, routinaria. Nelle prime scene il protagonista sembra schiacciato dal peso di questa ripetitività, dalla folla spersonalizzante che attraversa le strade, dal rumore della
metropolitana.
È proprio mentre aspetta la metropolitana che incontra l’uomo col braccio metallico e da quel momento inizierà l’inseguimento e la mutazione.
Notiamo anche l’importanza del tema della repressione sessuale della vita contemporanea. La mutazione porta il protagonista a liberarsi da ogni sorta di controllo. In “Tetsuo” questo tema verrà approfondito e verrà ripresa in particolare la scena del pene-trivella.
Anche il finale è simile a quello degli altri episodi.
Se dal punto di vista contenutistico abbiamo visto che “The Phantom of regular size” è il degno predecessore di “Tetsuo”, sono evidenti anche le somiglianze dal punto di vista stilistico (che è strettamente legato al contenuto). L’uso dello stop motion e il montaggio frenetico sono le caratteristiche stilistiche più evidenti della serie, salta subito all’occhio per l’effetto disorientante che hanno sullo spettatore. Approfondiremo meglio questo aspetto con “Tetsuo: The Iron Man”. Anche gli effetti speciali artigianali caratterizzeranno gli episodi successivi, sempre a causa del budget irrisorio con cui sono stati realizzati.
L’uso dei colori avvicina questo cortometraggio a “Tetsuo II: body hammer”. Si nota già l’utilizzo dell’arancione infuocato in alcune scene, rimando al fuoco che fonde il metallo. Nel secondo lungometraggio della serie questa cosa verrà portata avanti e diventerà centrale la fonderia.
Anche l’uso del sonoro è il medesimo, dai rumori metallici ambientali alla colonna sonora martellante.
In 18 densissimi minuti Tsukamoto concentra tanti temi, forse troppi. Questa è la principale debolezza del cortometraggio: vuole parlare di troppe cose in troppo poco tempo. Volendo ben vedere vengono fornite anche più spiegazioni riguardo alla mutazione, rispetto a quante ne verranno date in “Tetsuo: The Iron Man”. Tuttavia, nonostante tutti i difetti che si possono trovare, rimane un’opera interessantissima, un biglietto con cui Tsukamoto si presenta al mondo. Va detto anche che si apprezza di più se si sono visti gli altri film della saga.
Qui il film in versione integrale:
LE AVVENTURE DEL RAGAZZO DEL PALO ELETTRICO
Regia: Shinya Tsukamoto.
Soggetto: Shinya Tsukamoto.
Sceneggiatura: Shinya Tsukamoto.
Direttore della fotografia: Shinya Tsukamoto.
Produttore: Kaijyu Theater
Anno: 1987.
Durata: 47’.
Paese: Giappone.
Interpreti e personaggi: Shinya Tsukamoto, Tomoro Taguchi, N. Senba, Nobu Kanaoka, Kei Fujiwara.
Dei cinque episodi, questo mediometraggio è sicuramente quelle più distaccato dagli altri. Ci sono diversi punti in comune, però sicuramente “The Phantom of regular size” è molto più legato ai successivi lungometraggi.
Hikari è uno studente liceale con un lampione che spunta dalla schiena e per questo viene oppresso dai suoi compagni. Ma è proprio grazie a questa sua particolare mutazione che verrà trasportato nel futuro e investito del ruolo di eroe per riportare la luce sulla Terra, ormai avvolta dalle tenebre dei vampiri Shinsegumi. (da wikipedia)
Per prima cosa si nota la differenza del tono generale della pellicola. “Le avventure del ragazzo del palo elettrico” è molto più scanzonato rispetto ai successori e anche rispetto al predecessore. L’influenza dei manga è molto forte e sembra appunto di vederne uno che prende vita.
La recitazione è eccessiva, quasi espressionista e questo contribuisce molto a rendere i toni più leggeri, anche se in realtà non mancano la violenza e profonde riflessioni.
Il protagonista di questo mediometraggio è unico nella serie, è diverso rispetto agli altri perché non è un uomo normale che muta, bensì è un mutante dalla nascita, un freak. Come sempre quando si parla di personaggi del genere, il punto di riferimento principale è “Freaks”[2] di Tod Browning[3], film che a detta del regista, lo ha cresciuto. Si è sempre identificato con i “mostri” più umani degli umani del capolavoro di Browning.
In questo mediometraggio infatti il punto di vista è proprio quello di un freak e non solo. Sarà proprio lui a salvare il mondo dall’oscurità, le speranze di tutti sono nelle mani di un ragazzo deforme, portatore della luce. È chiara la posizione presa da Tsukamoto e il modo in cui guarda il diverso, il deforme.
È interessante poi vedere come il mediometraggio in questione anticipi uno dei temi principali di “Tetsuo II: body hammer”: quello della ciclicità della storia. Il protagonista deve salvare il mondo dalle tenebre e scopre che in ogni epoca storica un uomo (con una palo della luce nella schiena) ha rivestito lo stesso ruolo. Così è stato in passato e sarà così anche in futuro.
In particolare ciò che sembra essere il nemico di quest’epoca (oltre ai vampiri) è la fusione tra uomo e macchina. Si torna qui al tema principale di tutta la serie di Tetsuo.
Un’altra differenza è il viaggio nel tempo, con tutti i paradossi temporali che lo accompagnano. Questo è completamente assente dagli altri episodi.
Per quanto riguarda il lato tecnico, il mediometraggio è molto simile agli altri lavori: stop motion, effetti sonori e colonna sonora frastornanti, riprese spesso mosse. Tutte le caratteristiche che vedremo in seguito.
Sicuramente “Le avventure del ragazzo del palo elettrico” resta il film , meno legato alla saga di Tetsuo, però ci si ritrovano tanti degli elementi che abbiamo visto e vedremo negli altri capitoli.
Qui il film in versione integrale:
Scritto da: Tomàs Avila.
Note:
[1] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt2136976/?ref_=nm_flmg_dr_21 .
[2] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0022913/?ref_=fn_al_tt_1 .
[3] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0115218/?ref_=nv_sr_1