Recensione Man in the Dark

In Cinema, Recensioni brevi, Tomàs Avila by Tomas AvilaLeave a Comment

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man in the dark
Regia
: Fede Alvarez.
Soggetto: Fede Alvarez.
Sceneggiatura: Fede Alvarez, Rodo Sayagues.
Musiche: Roque Banos.
Direttore della fotografia: Pedro Loque.
Produttore: Fede Alvarez, Sam Raimi, Rodo Sayagues, Rob Tapert.
Anno: 2016.
Durata:88′.
Paese: USA.
Interpreti e personaggi: Stephen Lang (il cieco), Jane Levy (Rocky), Dylan Minette (Alex), Daniel Zovatto (Money).

 

 

Lo spagnolo Fede Alvarez torna a stupire dopo il buon remake de “La Casa”[1]. Anche questo suo secondo lungometraggio è prodotto dal genio dell’horror Sam Raimi[2].

man in the darkRocky vive una situazione familiare insopportabile ed è pronta a tutto pur di abbandonare Detroit per il sole della California. Per amore, il fidanzato sbruffone, Money, e il timido Alex la aiutano a svaligiare appartamenti. Money crede di aver individuato il colpo grosso nel villino di un veterano della guerra del Golfo, rimasto cieco in seguito a una ferita, che ha incassato un risarcimento a molti zeri dopo il tragico incidente in cui ha perso l’unica figlia. I dubbi etici su un furto ai danni di una persona così vulnerabile svaniscono di fronte alla somma agognata, ma i tre scopriranno che il solitario abitante della casa è tutt’altro che indifeso di fronte a un’intrusione. (Da Mymovies)

“Man in the Dark” (in originale “Don’t Breathe”) convince sotto tutti i punti di vista, tanto da essere una delle migliori sorprese di questo 2016.
Si tratta di un thriller, a tinte horror, ascrivibile al sottogenere dell’home invasion. Con questa definizione si man in the darkindicano i film in cui qualcuno si barrica in casa, cercando di difendersi dall’assalto di un nemico.

In questo caso, come nel caso di “La casa nera”[3] di Wes Craven[4], la prospettiva viene ribaltata. I ladri che entrano in casa del vecchio cieco, diventano presto le sue prede e la casa non è più vista come il luogo in cui
gli antagonisti vogliono entrare, bensì come una prigione da cui fuggire.
Già questa idea di base, per quanto non nuovissima, funziona molto bene.

Convincono poi i personaggi: se all’inizio si sta dalla parte del vecchio, dopo poco si capisce chi sia realmente e si inizia a parteggiare per i tre ladri. Tuttavia questi non riescono a stare del tutto simpatici allo spettatore, specialmente Rocky (la vera protagonista) che, nonostante rubi a fin di bene, sembra interessata soltanto ai soldi. Più volte nel corso del film si mette in brutte situazioni pur di riuscire a prendere i soldi del vecchio.
Del resto anche il vecchio molto spesso fa pena. Scopriamo che è un folle ma non viene rappresentato semplicemente come un mostro, bensì come una persona che ha sofferto a tal punto da perdere la ragione. È man in the darkcieco e completamente solo in un quartiere ormai abbandonato, a tenergli compagnia c’è soltanto il suo cane.
Sullo sfondo c’è una Detroit abbandonata a se stessa, quasi spopolata, con le case che cadono a pezzi. Un
posto spietato in cui non esiste una netta distinzione tra buoni e cattivi e la sete di denaro spinge a fare di tutto. Non sorprende da questo punto di vista che Sam Raimi abbia prodotto “Man in the dark”, visti alcuni dei suoi migliori film come “Drag Me to Hell”[5] e “Soldi sporchi”[6] in cui il tema del denaro è di primaria importanza.
Sorprende poi una certa dose di violenza e di situazioni disturbanti che non ci si aspetterebbe. Non si tratta di
un film splatter, però le poche scene violente sono messe dove servono e riescono veramente a colpire lo spettatore, più di molti film in cui il sangue scorre a fiumi.

La cosa che fa fare il salto di qualità alla pellicola è però la regia di Fede Alvarez. Già con il remake de “La Casa” aveva dimostrato di saperci fare ma con questo suo secondo lungometraggio si supera.
La tensione viene creata soprattutto dai movimenti di macchina, dall’uso della steadicam che segue i man in the darkpersonaggi all’interno dei labirintici corridoi della casa con dei lunghi piani sequenza. L’apice viene raggiunto, probabilmente, nella scena girata completamente al buio con la telecamera a infrarossi.

“Man in the dark” è quindi un film che va assolutamente visto, soprattutto dagli amanti del cinema di genere che sicuramente non ne resteranno delusi.
Alvarez si conferma come una promessa del cinema di genere e sicuramente farà parlare di sé in futuro.

 

Scritto da: Tomàs Avila.

 

Note:

[1] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt1288558/?ref_=nv_sr_1 .

[2] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0000600/?ref_=nv_sr_1 .

[3] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0105121/?ref_=fn_al_tt_1 .

[4] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0000127/?ref_=tt_ov_dr .

[5] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt1127180/?ref_=nv_sr_1 .

[6] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0120324/?ref_=fn_al_tt_1 .