Recensione Alien: Covenant

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Regia: Ridley Scott.
Soggetto: Jack Pagle, Michael Green.
Sceneggiatura: John Logan, Dante Harper.
Musiche: Jed Kurzel.
Direttore della fotografia: Darius Wolski.
Produttore: Twentieth Century Fox Film Corporation, Scott Free Productions, TSG Entertainment, Brandywine Productions, Moving Pictures Company.
Anno: 2017.
Durata: 122’.
Paese: USA, UK, Australia, Nuova Zelanda, Canada.
Interpreti e personaggi: Michael Fassbender (David/Walter), Katherine Waterston (Daniels), Billy Crudup (Oram), Danny McBride (Tennessee), Damian Bichir (Lope), Carmen Ejogo (Karine).

 

A cinque anni di distanza dal molto discusso Prometheus[1], Scott torna alla saga di Alien[2], da lui cominciata nel 1979, con quello che è il sesto capitolo (se si escludono gli Alien vs. Predator[3]).
Come era successo nel 2012 con Prometheus, anche Alien: Covenant è stato accolto da severe stroncature e da qualche parere positivo, insomma ha diviso il pubblico.

L’astronave Covenant trasporta migliaia di embrioni in direzione di un pianeta dalle caratteristiche idonee alla colonizzazione da parte degli umani. A causa di un’avaria l’equipaggio è costretto a interrompere il sonno criogenico: una volta svegliatosi, intercetta un segnale radio da un pianeta molto vicino, anch’esso conforme come caratteristiche atmosferiche e precedentemente non individuato. (da Mymovies)

Una prima cosa appare evidente: Scott ricomincia da dove si era concluso Prometheus, è stato addirittura rilasciato da 20th Century Fox, prima dell’uscita del film, un breve video che avrebbe dovuto funzionare da collante tra le due pellicole.
Alien CovenantIn secondo luogo ci rendiamo sempre più conto, con lo scorrere del film, che Scott ha un progetto ben preciso in mente. Nonostante il titolo del film, appare chiaro che non sia più interessato solamente agli Xenomorfi ma che l’attenzione sia rivolta soprattutto al personaggio di David, interpretato da un grande Michael Fassbender[4].
Basterebbero già queste due cose per spiegare la delusione dei fan dell’Alien originale, che già non avevano apprezzato Prometheus.
In realtà Scott ha preso la decisione migliore, evitando di dar vita a delle inutili copie o riproposizioni dei film precedenti.
Il suo interesse verso gli androidi/robot è noto da tempo, si potrebbe anche citare Blade Runner[5] ma basta pensare al fatto che già nel primo Alien l’ambiguità dell’androide interpretato da Ian Holm[6] già anticipava in parte i temi che Scott ha deciso di affrontare con questi nuovi capitoli.

Se Prometheus era incentrato sulla creazione dell’uomo e sul tentativo dell’uomo di dare risposta agli interrogativi che da sempre lo accompagnano, Covenant sposta l’attenzione su la creazione dell’uomo, diventato in un certo senso esso stesso Dio.
Come gli Ingegneri hanno creato l’uomo (e poi hanno cercato di rimediare al loro “errore”, tentando di eliminare completamente la specie umana), allo stesso modo l’uomo ha creato David, un androide diverso dai successivi modelli, perché senziente.
L’uomo si trova così doppiamente in pericolo, da una parte la minaccia degli ingegneri, dall’altra quella della sua creatura che si ribella.

Alien CovenantE in un certo senso questo ciclo di creazione si compirà una terza volta: David diventerà anch’esso un Dio, creando la vita ed eliminando completamente gli Ingegneri. Si può dire quindi che ha letteralmente ucciso il concetto umano di Dio, prendendone il posto.
Lo rende ancora più chiaro la citazione della poesia Ozymandias di Percy Bysshe Shelley[7], che per altro sarà ciò che mostrerà anche la fallibilità dell’apparentemente onnipotente David, il quale la attribuisce a un altro poeta.
Chiaramente i riferimenti religiosi si sprecano, come già in Prometheus, in cui inizialmente si pensava addirittura di presentare Gesù Cristo come uno degli Ingegneri.

Tutte queste novità comportano un cambiamento drastico all’interno della saga di Alien.
Gli Xenomorfi hanno sempre rappresentato il conflitto tra l’uomo e la natura, in particolare lo spazio profondo. Questa svolta narrativa cambia il punto di vista a posteriori, facendoci capire che il vero scontro è quello tra l’uomo e la macchina.
Un tema affrontato un’infinità di volte, da 2001 Odissea Nello Spazio[8] a Matrix[9], che Scott riesce tuttavia a trattare con una certa originalità, inserendolo in un’ottica filosofico/religiosa molto interessante.

Basterebbero due scene per far capire come Scott delinea alla perfezione la psicologia di David: la scena iniziale e quella in cui David insegna al suo “gemello” Walter a suonare il flauto (girata inoltre con un notevole long take).

Alien CovenantQuanto detto finora è comunque soltanto una parte di Covenant. Non bisogna dimenticarsi infatti che alla base si sta parlando di uno sci-fi/horror che prevede, come in uno slasher, il massacro della maggior parte dei personaggi. Difatti è quello che avviene ed è il motivo per cui i personaggi secondari non sono approfonditi, essendo in pratica solo carne da macello.
L’unico personaggio secondario meritevole d’attenzione è Christopher Oram, capitano dell’equipaggio dopo la morte del vero capitano all’inizio del film.
Christopher è profondamente religioso, si affida completamente a Dio e sarà questa la causa principale della sua disgrazia. È interessante il fatto che, proprio prima di morire, in un certo senso le sue credenze verranno infrante perché capirà cosa è veramente David.

In ogni caso, tornando all’aspetto più action della pellicola, non mancano morti truculente e splatter e scene di azione, nonostante i tempi siano molto dilatati per permettere di affrontare tutti i temi di cui si è detto sopra.

Bisogna poi dire che Covenant non è privo di difetti. Un passaggio narrativo è poco verosimile, molto forzato e si tratta proprio di una delle scene più importanti del film (il confronto tra David e Christopher) e inspiegabilmente la CGI degli alieni (non sono ancora propriamente gli xenomorfi dei primi film) è di pessima qualità, a differenza di quella delle ambientazioni e praticamente di ogni altra cosa che è ottima.
Come al solito con Scott, Covenant è visivamente spettacolare, il che rende ancora più evidente il problema degli alieni in CGI.

Alien CovenantSono tuttavia difetti sui quali si più passare sopra, considerato tutto ciò che di positivo c’è in questo nuovo capitolo della saga.
Notevole inoltre è il finale, per quanto prevedibile, che non lascia alcuna speranza.

Il motivo per cui questa (in parte) inaspettata deriva che ha preso la saga di Alien convince è che Scott sembra veramente interessato a portarla avanti seriamente, affrontando certi temi.
Considerando gli ultimi film del regista, con l’esclusione di qualche eccezione come American Gangster[10], è un fatto singolare. È innegabile il crollo qualitativo degli ultimi lavori di Scott rispetto ai capolavori come Alien e Blade Runner. Per questo motivo fa veramente piacere vedere che con Prometheus e Covenant è ancora in grado di realizzare dei grandi film, fregandosene in gran parte delle opinioni negative dei fan, cosa che purtroppo limita notevolmente gli incassi.

Covenant è l’ennesima conferma della naturale predisposizione di Scott per la fantascienza, quella d’intrattenimento come quella più filosofica. Speriamo che, sempre che la saga continui, anche i prossimi film siano su questi livelli.

 

Scritto da: Tomàs Avila.

 

Note:

[1] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt1446714/?ref_=nv_sr_1 .

[2] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0078748/?ref_=tt_rec_tt .

[3] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0370263/?ref_=nv_sr_1 .

[4] Link IMDB dell’attore: http://www.imdb.com/name/nm1055413/?ref_=nv_sr_1 .

[5] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0083658/?ref_=nv_sr_2 .

[6] Link IMDB dell’attore: http://www.imdb.com/name/nm0000453/?ref_=nv_sr_1 .

[7] Link Wikipedia della poesia: https://it.wikipedia.org/wiki/Ozymandias_(poesia) .

[8] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0062622/?ref_=nv_sr_1 .

[9] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0133093/?ref_=nv_sr_1 .

[10] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0765429/?ref_=nv_sr_1 .