Regia: James Mangold.
Sceneggiatura: James Mangold, Scott Frank, Michael Green.
Musiche: Marco Beltrami.
Direttore della fotografia: John Mathieson.
Produttore: Donners’ Company, Kinberg Genre, Marvel Entertainment, TSG Entertainment, Twentieth Century Fox Film Corporation.
Anno: 2017.
Durata: 137’.
Paese: USA.
Interpreti e personaggi: Hugh Jackman (Logan), Patrick Stewart (Charles), Dafne Keen (Laura), Stephen Merchant (Calibano), Boyd Holbrook (Pierce).
Basta la prima scena per rendersi conto di quanto Logan sia un grande film, di quanto il terzo spin off dedicato al mutante più famoso di tutti sia contraddistinto da toni che non si erano mai visti in un grande cinecomic. Logan è un grande film e se gli incassi saranno favorevoli, potrebbe addirittura guadagnarsi un ruolo di non poca importanza all’interno della storia del Cinema.
El Paso, 2029. Sono 25 anni che non nascono più mutanti e quelli che sono sopravvissuti sono degli emarginati, in via di estinzione. Logan/Wolverine vive facendo lo chaffeur e la sua capacità di rigenerazione non funziona più come un tempo, mentre il Professor X ha novant’anni e il controllo dei suoi poteri psichici è sempre meno sicuro. Quando una donna messicana cerca Logan per presentargli una bambina misteriosa, di nome Laura, nuove attenzioni e nuovi guai cominceranno a raggiungere i mutanti. (da Mymovies)
Logan potrebbe sembrare un film semplice. La struttura è piuttosto lineare, in fondo si tratta di un lungo inseguimento, la storia è piuttosto basilare. Può ricordare da questo punto di vista Mad Max: Fury Road[1]. Entrambi i film però, dietro alle scene d’azione, nascondono significati profondi e molteplici. Si tratta di pellicole difficili da sviscerare completamente perché molto stratificate.
Logan è innanzitutto un cinecomic, un film d’intrattenimento. Questo non bisogna dimenticarlo, stiamo parlando di un supereroe, con buona probabilità il più celebre tra quelli trasposti al cinema.
Tuttavia, ovviamente, il film non si esaurisce con la sua funzione d’intrattenimento, come accade per la gran parte dei cinecomic usciti negli ultimi anni (molti dei quali non riescono neanche ad intrattenere come si deve).
Quindi un buon punto di partenza è capire in che modo Logan si inserisce all’interno di questo sottogenere cinematografico campione di incassi e ormai conosciuto da tutti, adulti e bambini.
Di trasposizioni cinematografiche di fumetti se ne sono viste tante, dagli adattamenti di Batman di Tim Burton[2] a quelli di Superman. Tuttavia il sottogenere si è evoluto in modo esponenziale dal 2000 in poi, con il primo X-Men[3], cui è seguito lo Spiderm-man[4] di Raimi[5] nel 2002. Per l’inizio del mastodontico universo cinematografico Marvel si è dovuto aspettare fino al 2008 con Iron Man[6] e L’incredibile Hulk[7].
In un certo senso quindi possiamo dire che la saga degli X-Men è un po’ la madrina di questa nuova tendenza seriale del cinecomic, con tre film della saga originale, tre film della “nuova generazione” (in cui è stato fatto un recasting di quasi tutti gli attori) e tre spin-off, Logan compreso, dedicati proprio a Wolverine. In tutti questi nove film, Hugh Jackman[8] è presente, come attore principale o come semplice cameo. Se quella degli X-Men è la madrina dei cinecomic post 2000, Wolverine/Hugh Jackman è come fosse il padrino. Un personaggio famoso a tal punto che nel corso degli anni, nei fumetti, i disegni del personaggi sono andati sempre più a ricalcare la figura dell’attore.
Dopo 17 anni di cinefumetti, bisogna dirlo, a parte qualche eccezione (la saga degli X-Men ha retto quasi sempre bene, tranne qualche scivolone) la situazione iniziava ad essere ripetitiva. La Marvel ad esempio ha riproposto la stessa formula film dopo film, la Dc fatica ad azzeccarne uno e via dicendo. Per questo motivo, negli ultimi tempi, sono usciti dei cinecomic atipici che hanno cambiato nettamente i toni (spesso troppo infantili) a cui eravamo abituati. Non che prima non ci fossero film sui supereroi diversi dalla solita solfa, basti pensare alla trilogia del Cavaliere Oscuro di Nolan, agli Hellboy[9] di Guillermo del Toro[10], ai due Kick Ass[11] o anche al Super[12] di James Gun[13] (che però, a differenza degli altri, non si avvicina neanche al blockbuster).
La cosa sorprendente è che adesso anche le grandi case produttrici, la Fox in questo caso, stanno puntando su prodotti diversi. L’anno scorso c’è stato Deadpool[14], un tripudio di violenza e comicità volgarissima e no sense, adesso è il turno di Logan che alza ancora di più l’asticella.
È un argomento che meriterebbe un adeguato approfondimento e a cui dedicheremo sicuramente uno speciale in futuro, per ora basta questo quadro generale che aiuta a collocare Logan.
Il film di Mangold si prende una grossa responsabilità, presentandosi come l’ultimo film su Wolverine, dal momento che Hugh Jackman interpreta per l’ultima volta questo personaggio.
Non si limita a questo però, ponendosi anche, in un certo senso, come la pietra tombale dell’intero genere dei cinefumetti. Non nel senso che dopo Logan non vedremo più film sui supereroi ma perché non li vedremo più con gli stessi occhi.
Si può dire che già Watchmen[15] aveva decostruito la figura del supereroe, senz’altro, tuttavia si trattava di personaggi a se stanti, di un mondo a parte. Qui invece abbiamo a che fare, come abbiamo detto prima, con la saga che ha aperto una nuova epoca di cinecomic.
Logan quindi chiude un cerchio perfetto, cominciato nel 2000 con il primo film della saga. Vedremo sicuramente molti altri film degli X-Men, ma non sarà più la stessa cosa, in un certo senso saranno come dei film post-mortem.
Abbiamo detto che Logan è diverso dai soliti film sui supereroi, ma in cosa? Due cose ci aiutano a capirlo: il titolo e il divieto ai minori in America.
Dal primo capiamo che non è un film su Wolverine, su un supereroe, ma che il protagonista questa volta è Logan, l’uomo che sta dietro alla “maschera”.
Il secondo ci fa invece capire che l’approccio è completamente cambiato, non tanto per le scene ai limiti dello splatter (che erano presenti anche in Deadpool) ma perché è una delle poche volte in cui in un cinecomic viene dato il giusto peso alla morte. Chi muore, muore per davvero, soffrendo senza alleggerimenti ed edulcorazioni varie. Forse si tratta del film, all’interno del filone, che più di tutti si è spinto in là da questo punto di vista.
Qui i toni sono veramente maturi e i litri di sangue che scorrono nel corso dei 140 minuti non sono che la punta dell’iceberg, sono lo strato più superficiale di questo cambiamento.
Il centro attorno al quale ruota tutto è la decostruzione dell’eroe, descritta con grande profondità dal regista e dallo sceneggiatore (anche Hugh Jackman ci avrà messo del suo). Mangold sa perfettamente dove andare a prendere spunto e lo fa con molta attenzione.
Siamo dalle parti di Clint Eastwood[16], in particolare da quelle de Gli Spietati[17]. Logan è una sorta di western crepuscolare e, come detto all’inizio, la prima scena è molto chiara in questo. Se ne Gli Spietati si rimaneva basiti nel vedere Eastwood strisciare nel fango e nel letame cercando di tenere a bada dei maiali, vederlo incapace di salire sul cavallo o incapace di centrare il bersaglio quando spara, nell’incipit di Logan vediamo un Wolverine invecchiato, stanco e senza la grinta di un tempo. Si difende dagli aggressori ma non come ci si aspetterebbe perché, oltre a darle, ne prende tante e questa volta sembra non essere immune al dolore.
Ormai è disilluso, i suoi amici sono quasi tutti morti, gli rimane soltanto il professor Xavier che, oltre ad essere suo amico, è per lui una sorta di padre. A questo si aggiunge il fatto che Logan inizia a stare male, non guarisce più come un tempo, è come se fosse malato.
Xavier è messo ancora peggio, costantemente sotto farmaci per contenere le sue crisi che provocano danni così devastanti, da essere considerato dai governi come un’arma di distruzione di massa.
I mutanti sono estinti, a Wolverine rimane soltanto il suo vecchio amico. O così sembra.
A sconvolgere i piani del protagonista arriva una bambina, inseguita da un gruppo di ex militari disposti a tutto pur di catturarla. E sarà proprio questa bambina a dare nuovamente a Logan una ragione per lottare.
Mangold da vita a una sorta di neo-western dai toni cupi e malinconici (ma non dark, come ormai in molti fanno) vicino ai film di Eastwood, a Il cavaliere della valle solitaria[18], che viene citato direttamente, ma anche a Mad Max: Fury Road, dal quale prende un’ambientazione simile, la struttura di base del lungo inseguimento e dei temi che tratteremo nella parte spoiler, per non rovinare la visione della pellicola.
Un western decadente quindi, contraddistinto da una fotografia magnifica che costituisce un’altra grande novità nell’ambito dei cinecomic, perché non cerca di ricalcare la trilogia di Nolan, come hanno fatto molti film (vedi quelli della DC) alla costante ricerca di toni seri ma senza il coraggio di osare veramente.
Se a questo si aggiunge che le due ore e venti di durata volano via, nonostante i rallentamenti di ritmo in alcune parti, e che anche dal punto di vista dell’intrattenimento il film soddisfa a pieno con delle bellissime scene d’azione, si capisce perché Logan abbia destato tanto entusiasmo.
È un film che farà sicuramente felici i fan della saga ma che piacerà anche a chi non ha visto gli altri X-men perché praticamente è a se stante. Siamo sempre all’interno dell’universo cinematografico dei mutanti ma in pratica Logan ha senso preso singolarmente, riducendo al minimo indispensabile i riferimenti agli altri capitoli. Perché questo, è il caso di ripeterlo, è il film sull’uomo che sta dietro al supereroe che tutti conoscono. E, cosa più importante di tutte, va sottolineato che il tutto funziona alla perfezione perché, per una volta, il regista è venuto prima della saga di cui il film fa parte. Non è un episodio della saga degli X-Men, è il film di Mangold.
Siamo arrivati alla parte spoiler, in cui tratteremo alcuni dei temi di Logan. Se non avete ancora visto il film, sconsigliamo di andare avanti.
Queste sono le prime impressioni, dopo una sola visione della pellicola. Molto probabilmente, come spesso accade davanti a film di questo calibro, ci vogliono più visioni e soprattutto più tempo per elaborare il tutto.
La cosa sicura è che si tratta di un grande passo avanti per questo sottogenere e che gli incassi determineranno una possibile svolta più matura del cinecomic.
Nel frattempo, aspettiamo con trepidazione la versione in bianco e nero del film.
Scritto da: Tomàs Avila.
Note:
[1] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt1392190/?ref_=nv_sr_1 .
[2] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0000318/?ref_=nv_sr_1 .
[3] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0120903/?ref_=nv_sr_5 .
[4] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0145487/?ref_=nv_sr_3 .
[5] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0000600/?ref_=tt_ov_dr .
[6] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0371746/?ref_=nv_sr_1 .
[7] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0800080/?ref_=nv_sr_1 .
[8] Link IMDB dell’attore: http://www.imdb.com/name/nm0413168/?ref_=nv_sr_1 .
[9] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0167190/?ref_=nv_sr_1 .
[10] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0868219/?ref_=tt_ov_dr .
[11] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt1250777/?ref_=nv_sr_1 .
[12] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt1512235/?ref_=nv_sr_6 .
[13] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0348181/?ref_=nv_sr_1 .
[14] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt1431045/?ref_=nv_sr_1 .
[15] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0409459/?ref_=nv_sr_1 .
[16] Link IMDB del regista: http://www.imdb.com/name/nm0000142/?ref_=tt_ov_st_sm .
[17] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0105695/?ref_=nm_knf_i3 .
[18] Link IMDB del film: http://www.imdb.com/title/tt0046303/?ref_=fn_al_tt_1 .